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«Una nuova era glaciale è in arrivo»: quando il dottor Spock ci parlava del cambiamento climatico (Global Warming nasconditi!)

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Quello che vedete in video è Leonard Nimoy, che gli italiani hanno conosciuto come interprete della miniserie TV RAI del 1982 Marco Polo.

 

O meglio: tutto il mondo lo conosce, perché parliamo del dottor Spock. L’incarnazione vulcaniana della scienza e della disciplina, come visto nell’immortale e orrido telefilm Star Trek.

 

Oltre a lavori di fiction, Nimoy girò questa piccola serie documentaria che si intitolata In Search Of, dove si indagava su alcuni misteri del pianeta.

 

La puntata del 5 maggio 1978 si intitolava «The Coming Ice Age», cioè «la prossima era glaciale».

 

 

Ora, dopo decenni di propaganda sul riscaldamento globale – ora rebrandizzato più agilmente «cambiamento climatico» – l’idea di una nuova glaciazione potrebbe sembrare una barzelletta.

 

Ora, dopo decenni di propaganda sul riscaldamento globale – ora rebrandizzato più agilmente «cambiamento climatico» – l’idea di una nuova glaciazione potrebbe sembrare una barzelletta

Non è così: l’idea di un repentino e mostruoso raffreddamento globale, catastrofista e apocalittica tanto quanto quella del global warming, circolava assai. Sui giornali, che all’epoca erano l’unica fonte di informazione, se ne parlava. Anche la TV, come possiamo vedere, trattava l’argomento.

 

Nel 1977 fu pubblicato un libro popolare sull’argomento, intitolato The Weather Conspiracy: The Coming of the New Ice Age, che dettagliava il terrificante fenomeno. Il libro, davvero un bel cimelio, oggi è introvabile, ma potete risparmiarvene la lettura: prendete un testo di questi anni, uno a caso, e sostituite «Climate Change» con «Nuova Era Glaciale». Identico in tutto e per tutto.

Ma come si sarebbe arrivati a questo inferno di gelo assassino?

 

Lasciamo la parola allo Spock:

 

«Lo ha fatto 8 volte nello scorso milione di anni, è avanzata e si è ritirata con la regolarità di un orologio. Se fossimo impreparati per la sua prossima avanzata, il risultato sarà carestia e morte in una misura senza precedenti in tutta la storia».

 

Carestia e morte: esattamente quello che avevano promesso se non avessimo fermato la riproduzione umana, cioè la «bomba demografica» di cui parlava l’entomologo Paul Ehrlich (ogni sua previsione è stata sbugiardata, però ora Bergoglio lo ha premiato con inviti in Vaticano).

 

Vai a capire questa variante: l’unica bomba al mondo che esplodendo rende tutto freddissimo…

 

«Quello che ora ci dicono gli scienziati è che la minaccia di una nuova era glaciale non è lontana come pensavano non sarà nelle vite dei nostri nipoti… Il freddo artico e la neve perpetua potrebbero trasformare la maggior parte delle porzioni abitabili del nostro pianeta in un deserto polare» continua lo Spocco, che assicura che è così perché lo dicono gli scienziati, che sono infallibili – del resto abbiamo l’esempio dei virologi dei nostri giorni.

 

«Nel 1977, il peggior inverno del secolo ha colpito gli USA. Gli esperti del clima credono che la prossima era glaciale stia arrivando». Insomma è una certezza. Perché ci sono le prove, fornite proprio dalla scienza.

 

«Secondo prove scientifiche recenti potrebbe arrivare prima di quello che ci aspettiamo. Nel le stazioni meteorologiche nell’estremo Nord le temperature hanno continuato ad abbassarsi per 30 anni».

 

«Secondo alcuni climatologi, nel corso della nostra vita, potremmo ritrovarci a vivere in una nuova era glaciale».

 

Il Summit di Copenhagen 2009 sul riscaldamento globale fu bloccato dalla troppa neve: i potenti della terra, a causa della neve, non potevano quindi atterrare a discutere del pianeta troppo caldo.

Ora, davvero nessuno all’epoca ha censurato questa follia come fake news. Nessuno ha punito, magari con l’impossibilità di pubblicare le proprie opinioni, quei climatologi, quegli scienziati, e anche il dottor Spock, la cui spocchia spaziale alla fine avrebbe certo meritato una qualche reazione, magari modello Singapore, da parte della popolazione umana.

 

Freddo, caldo: siamo al livello dei vecchietti al parco, in tutte le culture si inizia la conversazione parlando del tempo, poi in alcune esprimere preoccupazione o lamentala aiuta l’accettazione sociale. Del resto, è noto che «non ci sono più le mezze stagioni» è una frase annotata nel Dizionario dei luoghi comuni di Gustave Flaubert scritto nel lontano Ottocento.

 

Il problema, tuttavia, è più grande di così.

 

Il pensiero ci torna alla poderosa Conferenza ONU sul Clima di Copenhagen, nel 2009. I grandi della terra discussero l’accordo per la diminuzione delle emissioni di anidride carbonica – cioè per la riduzione dell’attività umana, quindi, di riflesso, dell’economia, quindi, di riflesso, della quantità stessa della popolazione.

 

Il tutto, ovviamente, per fermare il riscaldamento globale, che, lo avete capito, è la nuova era glaciale…

 

Fu un momento di grande sincerità e candore in cui Hans Joachim «John» Schellnhuber – agente del Club di Roma, già legato alla Famiglia Reale inglese, advisor della Merkel e del presidente della Commissione Europea Barroso, ora uomo del Vaticano bergogliano – si lasciò andare alla spiega del suo programmino di morte:

 

«In un modo molto cinico – disse il boiardo climatico parlando del riscaldamento globale – è un trionfo per la scienza perché almeno noi abbiamo stabilito qualcosa – e cioè le stime per la capacità del pianeta, che è sotto il miliardo di persone».

«In un modo molto cinico – disse il boiardo climatico parlando del riscaldamento globale – è un trionfo per la scienza perché almeno noi abbiamo stabilito qualcosa – e cioè le stime per la capacità del pianeta, che è sotto il miliardo di persone»

 

In pratica, significa eliminarne 6 miliardi. La riduzione di cui parla Bill Gates, ma anche quello strano video di Casaleggio, Gaia, il futuro della politica.

 

Ma ci stiamo ricordando di Copenhagen 2009 per un altra ragione: i lavori del Summit furono resi assai ardui da una condizione specifica: troppa neve. Una nevicata totale, mai vista in tanti anni, si era impadronita dell’aeroporto, e i potenti della terra, a causa del freddo, non potevano quindi andare a discutere del pianeta troppo caldo.

 

In fondo, forse Spock aveva ragione.

 

Adesso però prendessero tutti l’astronave Enterprise e si levassero dalla Terra per sempre.

 

 

 

 

 

 

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