Geopolitica

Una crepa nel sostegno degli Stati Uniti all’Ucraina?

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Potrebbero esserci crepe significative nel supporto – sino forsennato sino al parossismo – che gli Stati Uniti hanno assicurato a Kiev. A farlo intravedere sono articoli della stampa mainstream, legata a doppio filo all’oligarcato americano e quindi all’amministrazione Biden.

 

Il Washington Post , giornale di proprietà del patron di Amazon Jeff Bezos, ha pubblicato un articolo il 2 luglio intitolato «La guerra in Ucraina si sta impantanando, le valutazioni degli Stati Uniti devono affrontare una valutazione. Il pezzo fa emergere vere crepe nell’ex falange del supporto degli Stati Uniti per l’ex regione sovietica di Kiev.

 

L’articolo rivela che alcuni che sono diventati stanchi della guerra, poi effettua un tremendo confronto paragonando le valutazioni mettendo sul piatto le  capacità degli afgani addestrati dagli inglesi e dagli Stati Uniti di vincere la guerra in Afghanistan.  Simili false valutazioni sulla capacità delle forze militari ucraine di vincere questa guerra potrebbero essere in corso ora.

 

«Il controllo è alimentato dalle valutazioni del governo degli Stati Uniti di altre guerre, in particolare in Afghanistan, dove i funzionari abitualmente sorvolano su disfunzioni e corruzione diffuse e aggirano le domande sul fatto che i successi sul campo di battaglia non siano solo realizzabili ma sostenibili», afferma il WaPo.

 

«Le amministrazioni successive hanno insistito sul fatto che le forze afghane fossero “in controllo” anche se le loro prestazioni erano profondamente imperfette». Come ricordiamo,  dal 15 agosto 2021, le forze statunitensi e della NATO hanno ritirato frettolosamente le loro forze nel cuore della notte dall’Afghanistan, segnando un fiasco di 20 anni per la NATO.

 

Biden aveva promesso che l’esercito regolare afghano, iper-armato e addestrato a suon di miliardi del contribuente americano, avrebbe retto l’arrivo dei talebani. Non fu così: l’esercito ipertecnologico di cartapesta creato dagli americani si squagliò come un gelato (di quelli che piacciono tanto a Biden) al sole.

 

Il deputato repubblicano della Florida Michael Waltz ha sottolineato il disastro afghano, in cui la Casa Bianca ha spesso minimizzato «la debacle strategica generale».: «Penso che che stiamo perdendo di vista  di vista il fatto che la Russia sta schiacciando l’esercito ucraino». Il rappresentante al Congresso ha poi fatto commenti che parrebbero indicare come gli armamenti regalati a Kiev vengano «spostati»: sta parlando per caso, come hanno fatto alcuni funzionari USA, di armi occidentali che l’Ucraina fa finire mercato nero, magari in mano a terroristi in Medio Oriente o in Europa dove il terrorismo o la criminalità organizzata potrebbe usarle per anni?

 

Waltz ha aggiunto che il Pentagono sta «descrivendo il suo successo e il suo ristretto set di missioni, ma quello che non stanno spiegando è che quel set di missioni soddisfa gli interessi americani?».

 

Pure un deputato democratico (e perfino californiano),  Ro Khanna ha affermato che gli Stati Uniti non possono rassegnarsi a un «conflitto senza fine prolungato che sta devastando l’economia americana e l’economia globale». Il Khanna afferma altresì che «il popolo non vuole vedere un atteggiamento rassegnato che questo andrà avanti finché andrà avanti. Qual è il piano sul fronte diplomatico?»

 

Come riportato da Renovatio 21, segni di una possibile volontà di abbandonare Zelens’kyj sono stati dati allo stesso Joe Biden il mese scorso.

 

«Non è successo niente del genere dalla seconda guerra mondiale. So che molte persone pensavano che forse stavo esagerando », aveva affermato Biden ad un incontro in California, aggiungendo che gli Stati Uniti avevano dati che mostravano che il presidente russo Vladimir Putin stava per invadere.

 

«Non c’erano dubbi», ha insistito Biden. «E Zelens’kyj non voleva sentirlo».

 

Qualcuno ha preso questa frase come l’inizio della presa di distanza della Casa Bianca dal disastroso regime Zelens’kij

 

 

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