Pensiero

Un video di ricordo del dottor De Donno

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In un momento di shock collettivo e personale a seguito della scomparsa deldottor Giuseppe De Donno, stanno circolando sul web e sui social messaggi e al limite del delirante. Alcuni di essi, attribuiti proprio a De Donno, non solo non possono attribuirsi in origine a lui — sono cioè, inoltro dopo inoltro, «svolazzanti» per le chat, e provenienti non si sa da dove —, ma richiamano altresì argomentazioni di dubbia veridicità e sensatezza. 

 

Come ho scritto nel recente ricordo di De Donno pubblicato ieri su Renovatio 21, credo che questo sia il momento del silenzio, del raccoglimento, della preghiera e del rispetto. 

 

Credo che questo sia il momento del silenzio, del raccoglimento, della preghiera e del rispetto. Questo, non ci impedisce affatto di essere pieni di rabbia, addolorati ed assetati di giustizia

Questo, non ci impedisce affatto di essere pieni di rabbia, addolorati ed assetati di giustizia. Tuttavia la giustizia arriva spesso con la virtù della pazienza…

 

Con l’odio e la rabbia irrazionale gridata in ogni dove non onoreremo la memoria di De Donno, e meno che mai gli renderemo  giustizia. Diffondendo messaggi allucinanti ed attribuendo a lui cose di cui non siamo sicuri, non faremo altro che alimentare quel tritacarne mediatico che ha lo probabilmente inghiottito. 

 

Contrariamente a tutto questo cianciare — a tratti comprensibile perché alimentato da una sana rabbia, ma comunque inescusabile, perché dannoso per tutti — io, dopo un’attenta riflessione insieme al fondatore di Renovatio 21, Roberto Dal Bosco, ho pensato di pubblicare questo video a me molto caro, e che con enorme difficoltà sono riuscito a riprendere in mano ed a finire di guardare, nonostante la brevità. 

 

Vorremmo che per ricordarlo adesso bastasse un video come questo. In cui l’anima semplice, dolce del dottore traspariva immediata. Almeno per ora, nell’attesa che la sua morte sia rispettata e venga il tempo in cui trarre le somme

Il 4 luglio del 2020, Giuseppe — torno a chiamarlo così, come voleva lui — mi mandò questo video in cui portava un messaggio di affetto e di speranza a me, ai miei colleghi ed in particolare agli ospiti della casa residenza anziani in cui lavoravo e dove il virus aveva, in effetti, colpito molto, molto duramente. 

 

Ci basta questo per ricordare la persona che era. La sua disponibilità, il suo sorriso ed il suo affetto. Non è stato facile, per me, decidere se pubblicarlo o no, perché parte di un momento della mia vita molto delicato ed intimo, dove la situazione in cui eravamo precipitati mi impedì perfino di vedere la nascita di mia figlia. 

 

Vorremmo che in questo momento di lutto, deliri e complotti – e su questi ultimi, magari, qualche pensiero, e informazione, ce l’abbiamo pure… – sparissero.

 

Vorremmo che per ricordarlo adesso bastasse un video come questo. In cui l’anima semplice, dolce del dottore traspariva immediata. Almeno per ora, nell’attesa che la sua morte sia rispettata e venga il tempo in cui trarre le somme.

 

 

Cristiano Lugli 

 

 

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