Utero in affitto

Ucraina, la Gran Bretagna fornisce visti alle surrogate sotto contratto con gli inglesi

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Il ministro dell’Interno britannico Priti Patel ha rivelato in una lettera che visti triennali saranno resi disponibili alle  cosiddette «surrogate» in Ucraina in gravidanza per conto di cittadini britannici. Lo riporta Bionews.

 

La lettera, inviata ad  avvocati specializzati in «fertilità», non chiarisce se i visti saranno o meno resi disponibili per i familiari delle «surrogate». Alcune delle donne ucraine che si sono sottoposte alla procedura dell’utero in affitto potrebbero avere madri, sorelle, figli al seguito: anche mariti, a dire il vero, ma quelli sappiamo che, per editto del regime Zenens’kyj, quelli non possono espatriare: ogni maschio dai 18 ai 60 è tenuto a fare carne da cannone, con buona pace di obiettori di coscienza etc.

 

Nella sua lettera la Patel ha chiarito che il ministero dell’Interno sarebbe «disposto a concedere visti al di fuori delle norme sull’immigrazione sulla base di circostanze eccezionali».

 

«Comprendiamo che, se la nascita è avvenuta al di fuori dell’Ucraina, lo status di nazionalità britannica del bambino potrebbe non essere ancora completamente risolto. In tali circostanze terremo presente che esiste un processo per risolvere questo problema nel Regno Unito e saremo pronti a garantire che il bambino possa entrare nel Regno Unito utilizzando un visto di immigrazione sulla base della nazionalità che può possedere».

 

Il governo di sua maestà, insomma, difende i contratti dei propri sudditi.

 

Secondo il quotidiano britannico iNews, le madri surrogate incinte si sentono a rischio se rimangono in Ucraina a causa della guerra, tuttavia hanno preoccupazioni anche a lasciare il Paese, temendo che questo possa invalidare il contratto di maternità surrogata originale.

 

Quindi, molte non vogliono o non sono in grado di lasciare il Paese.

 

«La madre surrogata, dove il bambino non è ancora nato, potrà entrare nel Regno Unito per un periodo fino a 36 mesi e avrà accesso a fondi pubblici e occupazione. Non saranno soggetti a una tassa di iscrizione o al supplemento sanitario per l’immigrazione» scrivi il ministro Patel.

 

Prima dell’inizio degli attacchi, alcuni Paesi come l’Irlanda (un tempo nazione cristiana…) avevano accelerato gli sforzi per trasportare i futuri genitori e i loro bambini surrogati fuori dall’Ucraina.

 

Tuttavia, molti bambini nati da surrogati dopo l’invasione sono rimasti bloccati in Ucraina poiché i loro genitori designati non sono stati in grado di entrare nel Paese o viaggiare in sicurezza lì a causa dei bombardamenti. 

 

Come riportato da Renovatio 21, le stesse agenzie di fecondazione in vitro e utero in affitto  hanno pubblicato video piuttosto inquietanti con bambini piazzati nei bunker o spostati da un posto all’altro – come merci preziose – da uomini in tenuta militare armati di kalashnikov.

 

E l’Italia?

 

Un grosso «commercio» di gameti, uteri e bambini riprodotti artificialmente vi era anche tra ucraina e Italia.

 

Nei primi giorni di guerra abbiamo potuto vedere articoli che citavano il fenomeno con favore.

 

È bene ricordare In Italia l’utero in affitto è vietato dall’art.12, comma 6, della legge 40/2004: «Chiunque, in qualsiasi forma, realizza, organizza o pubblicizza (…) la surrogazione di maternità è punito con la reclusione da tre mesi a due anni e con la multa da 600.000 a un milione di euro». La Corte Costituzionale con la sentenza 272/2017, ha espressamente stigmatizzato la pratica della «maternità surrogata, che offende in modo intollerabile la dignità della donna e mina nel profondo le relazioni umane».

 

Ora, nell’ora della guerra, ci saranno di certo i casi di donne con gli uteri affittati dagli italiani, magari con gameti scelti su catalogo online, che reclamano l’adempimento del contratto ucraino e il passaggio della merce pattuita: il bambino.

 

Come si sta muovendo ora lo Stato italiano e la sua rappresentanza diplomatica nell’emergenza umanitaria, come si starà comportando?

 

L’emergenza, anche qui, ha spazzato via la legge?

 

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