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Turismo della fertilità: gli australiani viaggiano negli Stati Uniti per avere “bambini personalizzati”

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I genitori australiani sono disposti a spendere $ 20.000 per selezionare il sesso e il colore degli occhi dei bambini che nasceranno grazie alla fecondazione in vitro nelle cliniche della fertilità americane. Il blu è il colore degli occhi più richiesto. Rispetto a caratteristiche come un alto QI, capacità atletica olimpica o la non predisposizione all’Alzheimer, si tratta di specifiche modeste. Ma, in definitiva, questi genitori stanno creando “bambini su misura”.

 

La legge australiana vieta una simile pratica.

A differenza degli Stati Uniti, dove l’industria della fertilità è regolata in modo molto leggero, la scelta del genere è vietata in tutta l’Australia. Secondo le Linee guida etiche sull’uso della tecnologia di riproduzione assistita nella pratica clinica e nella ricerca 2017 (Linee guida ART), la selezione del sesso è consentita solo per motivi medici, ad esempio nel caso di una malattia genetica correlata al sesso.

 

I genitori australiani sono disposti a spendere $ 20.000 per selezionare il sesso e il colore degli occhi dei bambini che nasceranno grazie alla fecondazione in vitro nelle cliniche della fertilità americane

Sebbene queste linee guida non siano legalmente applicabili, le cliniche per la fertilità australiane non possono praticare senza accreditamento. E il Codice di Condotta del Centro di Accreditamento per la Tecnologia Riproduttiva (RTAC) richiede che le cliniche per la fertilità rispettino le Linee guida ART.

 

Inoltre, in tre stati, cioè Victoria, Australia occidentale e Australia meridionale, esiste una legislazione che vieta l’uso della PGD (Diagnosi Genetica Preimpianto) per la scelta del sesso, tranne nelle situazioni in cui i genitori desiderino evitare la trasmissione di una malattia legata al sesso, quindi per motivi medici. Ma nel Nuovo Galles del Sud non esiste una legislazione equivalente. Pertanto si applicano le linee guida ART e queste linee guida contengono disposizioni simili.

 

Dunque, allo stato attuale, la legge riflette l’opinione della comunità secondo cui i genitori non dovrebbero “progettare” la loro progenie per ragioni estetiche, competitive o legate allo stile di vita. Ciò riflette una preoccupazione di vecchia data, considerato l’argomento insidioso e il timore di ravvivare l’eugenetica. 

 

Ma questo consenso potrebbe cambiare. Il Daily Mail Australia ha riferito che una clinica americana, The Fertility Institutes, ha aiutato 370 coppie australiane a scegliere il sesso del loro bambino e tra queste, 14 hanno optato per scegliere anche il colore degli occhi.

 

Questo è un numero relativamente piccolo rispetto alle statistiche di altre cliniche. Lo scorso anno, il Kolb Fertility Australia ha dichiarato a The Age di inviare 15-20 coppie al mese in una clinica associata in California. Ciò equivale a centinaia ogni anno.

 

“Poiché la selezione del genere ai fini del bilanciamento della famiglia non è legale in Australia, ogni anno centinaia di famiglie australiane si recano all’estero per scegliere il genere del loro bambino attraverso la fecondazione in vitro”

Un sito web californiano chiamato Gender Selection Australia sta promuovendo le sue attività commerciali. “Poiché la selezione del genere ai fini del bilanciamento della famiglia non è legale in Australia, ogni anno centinaia di famiglie australiane si recano all’estero per scegliere il genere del loro bambino attraverso la fecondazione in vitro”.

 

Bisogna prendere tali affermazioni con le pinze. Le cliniche della fertilità in California sono molto competitive e potrebbero ingigantire la popolarità dei loro servizi per la clientela australiana. Ma c’è chiaramente una richiesta di “bambini su misura”.

Per quanto tempo la legge australiana continuerà a vietarli?

 

Nel 2017 c’è stata una consultazione pubblica sulla selezione del sesso non fondata su cause mediche. Di conseguenza, l’Australian Health Ethics Committee (AHEC) ha raccomandato di proseguire col divieto esistente in quanto non vi era un supporto adeguato per una modifica delle Linee guida ART. Tuttavia, non era categorico. Ecco il passaggio chiave:

 

“… In alcune circostanze, la selezione del sesso per scopi non medici è coerente con i principi guida… L’AHEC riconosce che le motivazioni di coloro che cercano di utilizzare la selezione del sesso per scopi non medici non possono essere facilmente identificabili. Ciò che viene presentato come desiderio di introdurre varietà potrebbe celare pregiudizi culturali e/o personali. L’AHEC riconosce inoltre che molte delle questioni che circondano l’ART sono tanto sociali e politiche quanto etiche. Come per ogni pratica controversa, la disponibilità della società ad accettarla è una considerazione rilevante e importante. Al momento della pubblicazione [2017], esistevano ricerche limitate sulla questione se gli australiani sostenessero l’uso della selezione del sesso per scopi non medici.”

 

Ciò suggerisce sia che l’AHEC non abbia obiezioni in linea di principio sulla selezione del sesso, sia che verranno condotti ulteriori studi per valutare se il consenso è cambiato.

 

Il blu è il colore degli occhi più richiesto

Ciò implica che la pressione delle coppie “disperate” australiane o la modifica della legislazione all’estero potrebbe cambiare la mentalità di AHEC sulla questione.

 

Per quanto riguarda il primo punto, la mia valutazione è che i “bambini personalizzati” sono ancora visti con ripugnanza in Australia, anche da un media locale normalmente in sintonia con le procedure mediche che infrangono i tabù. D’altra parte, le coppie di immigrati provenienti da Cina, Corea, India e altri paesi sono ben note per le loro forti preferenze per la prole maschile. Se c’è abbastanza pressione per soddisfarli, AHEC potrebbe raccomandare modifiche alle sue linee guida. Questo non sembra probabile al momento.

 

Come l’Australia, altre giurisdizioni basate sul diritto consuetudinario come Regno Unito, Canada e Nuova Zelanda vietano la selezione del sesso, tranne in situazioni in cui i genitori desiderino evitare la trasmissione di una malattia legata al sesso. Solo poche giurisdizioni negli Stati Uniti lo consentono. Ma è improbabile che i legislatori australiani, che sono spesso critici nei confronti dell’etica lassista e commercialmente permissiva esistente negli Stati Uniti, seguano l’esempio dei “cowboy”.

 

Quindi, esaminando le prospettive, credo che ci siano poche possibilità che l’Australia legalizzi i “bambini personalizzati” entro i prossimi cinque anni. Ma non appena la pressione sociale aumenterà, potremo aspettarci un cambiamento. 

 

Patrick Foong

Il dott. Patrick Foong è professore di legge alla Western Sydney University. Svolge ricerche nell’ambito della bioetica e del diritto alla salute. 

 

Fonte: Bioedge

 

 

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