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Trump propone di revocare le licenze delle reti televisive americane più importanti

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Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha suggerito che «forse» le licenze di trasmissione delle reti televisive che offrono una copertura negativa su di lui potrebbero essere revocate.

 

L’idea è emersa il giorno dopo che la ABC ha sospeso a tempo indeterminato il talk show notturno di Jimmy Kimmel, a seguito di commenti definiti «offensivi e insensibili» dal comico sull’assassinio dell’attivista conservatore Charlie Kirk.

 

Nel suo programma, Kimmel ha dichiarato che Trump e i suoi sostenitori stavano cercando di «trarre vantaggio politico» dalla morte di Kirk, paragonando la reazione del presidente a «quella di un bambino di quattro anni che piange per un pesce rosso».

 

Di ritorno dal Regno Unito giovedì a bordo dell’Air Force One, Trump ha detto ai giornalisti che le reti televisive «mi riservano solo cattiva pubblicità o cattiva stampa».

 

«Voglio dire, ottengono una licenza. Credo che forse la loro licenza dovrebbe essere ritirata», ha affermato.

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Tuttavia, Trump ha precisato che la decisione spetterà al presidente della Federal Communications Commission (FCC), Brendan Carr, che a suo avviso ha «fatto un ottimo lavoro» finora.

 

Poche ore prima della sospensione di Jimmy Kimmel Live!, Carr aveva dichiarato al podcaster Benny Johnson che «queste aziende possono trovare il modo di agire su Kimmel, altrimenti la FCC dovrà intervenire con maggiore impegno». Ha aggiunto che «possiamo farlo nel modo semplice o in quello complicato».

 

Trump ha elogiato la decisione della ABC in un post su Truth Social mercoledì, suggerendo che anche i conduttori della NBC, Jimmy Fallon e Seth Meyers, dovrebbero essere «rimossi».

 

Trump ha evidenziato che i programmi notturni «non hanno un conduttore conservatore da anni, o qualcosa del genere, ha detto qualcuno, ma se vai a vedere, tutto ciò che fanno è attaccare Trump. Hanno una licenza. Non dovrebbero essere autorizzati a farlo».

 

Nel suo programma di martedì, Meyers ha accusato Trump di «promuovere una repressione della libertà di parola», mentre Stephen Colbert, il cui show sulla CBS non sarà rinnovato oltre maggio 2026, ha dichiarato che «questa è una censura evidente. Con un autocrate, non si può cedere nemmeno di un millimetro».

 

La polemica della sinistra ridotta a difesa dei contratti dei presentatori milionari nasconde la verità sul crollo degli ascolti delle TV libere in USA e pure di quelle via cavo (la versione americana del nostro satellite) che spingono la televisione verso l’irrilevanza, con un pubblico composto esclusivamente dalla generazione dei boomer destinati all’estinzione.

 

Durante gli otto e più anni di presenza politica di Trump i presentatori dei late night show (programmi di seconda serata) si sono trasformati da varietà comici a strumenti di indottrinamento politico goscista, con punte di orrore puro quando spinsero con battute e balletti per la vaccinazione mRNA COVID, accusando ovviamente i non vaccinati.

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Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr

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