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Trump parla di guerra civile

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La scorsa settimana l’ex presidente USA Donald J. Trump ha pubblicato un post sul suo social media Truth scrivendo semplicemente le parole «Civil War», «guerra civile».

 

Il commento sulla guerra civile, scritto dall’utente «MAGA King Thanos», era in risposta a uno screenshot di un tweet del 20 marzo del presidente di El Salvador, Nayib Bukele, che è stato condiviso dall’ex corrispondente di CBS News Lara Logan.

 


Nel suo tweet, il presidente salvadoregno Bukele aveva scritto:

 

«Il Paese più potente del mondo sta cadendo così velocemente, che ti fa ripensare a quali siano le vere ragioni. Qualcosa di così grande e potente non può essere distrutto così rapidamente, a meno che il nemico non provenga dall’interno».

 

Il post di Trump ha scatenato le ire della sinistra, che hanno condannato le parole dell’ex presidente come «sediziose», ficcandole all’interno della narrazione per cui Trump è de facto l’origine dell’insurrezione del 6 gennaio 2021, motivo per il quale peraltro è stato badito a vita da tutti i social.

 

Sono in molti oramai a predire che una nuova guerra civile americana sia molto probabile. Ray Dalio, capo di un immane hedge fund, Bridgewater Associates, un fondo di investimenti che gestisce almeno 140 miliardi di dollari, ha predetto in un suo recente libro che ci sarebbe  un «rischio pericolosamente alto» che gli Stati Uniti possano scivolare nella guerra civile entro i prossimi 10 anni a causa della «quantità eccezionale di polarizzazione» attualmente osservata nel Paese.

 

Come riportato da Renovatio 21, l’anno scorso, a parlare di guerra civile fu invece Biden. Nessuno si scandalizzò. Trump lo canzonò.

 

Come sempre: due pesi, due misure – e sempre a favore dell’anziano senile del Delaware.

 

 

 

Immagine di Gage Skidmore via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-ShareAlike 2.0 Generic (CC BY-SA 2.0)

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