Geopolitica
Trump dichiara chiuso lo spazio aereo venezuelano
Lo spazio aereo «sopra e intorno» al Venezuela è stato dichiarato chiuso, ha proclamato sabato il presidente statunitense Donald Trump. Il leader americano ha più volte ventilato interventi armati contro la nazione sudamericana, adducendo un suo presunto ruolo nel narcotraffico, un’onta che la dirigenza di Caracas ha sempre smentito con veemenza.
Trump ha lanciato l’avvertimento in un messaggio tutto in maiuscolo su Truth Social, omettendo di delimitare l’ampiezza dello spazio aereo «circostante» al di là dei confini del Paese.
«A tutte le compagnie aeree, ai piloti, agli spacciatori di droga e ai trafficanti di esseri umani, considerate che lo spazio aereo sopra e intorno al Venezuela deve ritenersi completamente chiuso», ha esortato il capo della Casa Bianca.
Dall’inizio di settembre, le forze armate Usa hanno sferrato oltre 20 incursioni contro lance da diporto in acque internazionali nei Caraibi e oltre, motivandole come basi per il contrabbando di stupefacenti. Secondo resoconti giornalistici, gli strike avrebbero causato la morte di più di 80 individui.
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A metà novembre, il Segretario alla Difesa statunitense Pete Hegseth ha svelato l’avvio dell’Operazione Southern Spear mirata ai «narcoterroristi» della zona. Nell’ambito della missione, l’esercito americano ha dispiegato nella regione una quindicina di unità navali da combattimento e circa 15.000 soldati.
Trump ha reiterato le doglianze nei confronti di Caracas per aver foraggiato i «narcoterroristi», asserendo che il capo dello Stato Nicolás Maduro diriga di persona una delle bande più potenti dedite al traffico di droga. Recentemente, Washington ha gonfiato la ricompensa per la cattura di Maduro fino a 50 milioni di dollari.
Maduro ha sempre rigettato le imputazioni di collusione con il crimine organizzato, liquidandole come pretesti di Washington per destituirlo.
Il presidente venezuelano ha ammonito gli Stati Uniti contro un «conflitto insensato», disponendo l’allarme massimo per le truppe nazionali e orchestrando una serie di simulazioni militari in replica al potenziamento delle presenze armate americane nell’area.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia