Immigrazione

Trump conferma il piano di usare l’esercito per le deportazioni

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Il presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump ha confermato che intende dichiarare un’emergenza nazionale e utilizzare risorse militari per deportare gli immigrati clandestini. Durante la sua campagna di rielezione, Trump ha giurato di lanciare «il più grande programma di deportazione» di criminali nella storia degli Stati Uniti e ha ripetutamente ventilato la possibilità di coinvolgere l’esercito.

 

Lunedì, Trump ha condiviso un post dell’attivista conservatore Tom Fitton sulla piattaforma social Truth. Fitton, che è il presidente di Judicial Watch, un gruppo di interesse pubblico dedicato alle indagini sulla corruzione governativa, aveva scritto che l’amministrazione Trump avrebbe «dichiarato un’emergenza nazionale e avrebbe utilizzato risorse militari» per affrontare l’immigrazione illegale «attraverso un programma di deportazione di massa».

 

Ripubblicando il commento di Fitton, Trump ha scritto: «VERO!!!»

 

In base alla legislazione del 1976, i presidenti degli Stati Uniti possono dichiarare emergenze nazionali a loro discrezione e reindirizzare i fondi designati dai legislatori per altri scopi.

 

I piani di Trump in materia di immigrazione illegale includono l’aumento delle deportazioni, il ripristino di un «divieto di viaggio» per alcuni paesi e la chiusura del confine ai richiedenti asilo. Ha anche promesso di porre fine alla cittadinanza per diritto di nascita per i bambini nati in patria da genitori migranti clandestini.

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Lo scorso anno, Stephen Miller, il principale consigliere di Trump per l’immigrazione, aveva dichiarato al New York Times che l’esercito potrebbe costruire campi su larga scala per trattenere le persone destinate alla deportazione.

 

Secondo le stime del Dipartimento della Sicurezza Interna, circa 11 milioni di persone si trovano illegalmente negli Stati Uniti.

 

Trump ha dichiarato un’emergenza nazionale al confine meridionale degli Stati Uniti in mezzo a un’ondata di richiedenti asilo durante il suo primo mandato nel 2019 e ha riassegnato fondi militari per la costruzione di un muro lungo il confine con il Messico. Quando Joe Biden è stato eletto presidente nel 2021, l’ulteriore costruzione del muro è stata interrotta.

 

Come riportato da Renovatio 21, la settimana scorsa Trump aveva confermato i piani di deportazione massiva sostenendo che essa non aveva prezzo.

 

«Non è una questione di prezzo. Non è… davvero, non abbiamo scelta», ha spiegato il presidente eletto. «Quando le persone hanno ucciso e assassinato, quando i signori della droga hanno distrutto i paesi, e ora torneranno in quei paesi perché non rimarranno qui. Non c’è un prezzo da pagare».

 

Speriamo davvero che i discorsi sulla deportazione massiva di Trump inneschino anche in Europa politiche simili, che nei Paesi del Nord chiamano «remigrazione», concetto che la destra al governo in Italia – sotto cui gli sbarchi sono aumentati – pare aver paura di pronunciare.

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Immagine di Gage Skidmore via Flickr pubblicata su licenza CC BY-SA 2.0

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