Razzismo

Trovate origini creole a Leone XIV. L’America woke esulta

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Papa Leone XIV avrebbe origini creole, o addirittura nere, comunque non bianchissime, per cui l’America woke si eccita ed esulta felice. Oramai, il nuovo razzismo ci ha ridotto a riconoscere il lato pavloviano di simili notizie.

 

Il New York Times ha indagato sulle origini del nuovo papa, indagando in ispecie sul lato materno. Fino ad allora ci era stato detto che la famiglia Prevost aveva origini francesi e italiane da parte di padre e spagnole – non latino-americane, ma anche qui europee – da parte di madre. Ora invece emergerebbe una derivazione «creola» del nuovo pontefice.

 

«I creoli, noti anche come “creoli di colore”, hanno una storia antica quasi quanto la Louisiana» spiega il giornale. «Sebbene il termine “creolo” possa riferirsi a persone di discendenza europea nate nelle Americhe, descrive comunemente persone di colore di razza mista Molti creoli della Louisiana erano conosciuti nel XVIII e XIX secolo come “gens de couleur libres”, ovvero persone libere di colore. Molti erano istruiti, francofoni e cattolici». Quindi, la portaereo del wokismo americano e mondiale annuncia con gaudio magno: habemus papam mixtum sanguinis. (il lettore conceda a Renovatio 21 di improvvisare col latinorum)

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Impossibilitati a prendere il DNA del papa – i test di genomica di consumo sono un must dei neorazzisti che si crogiuolano nel narcisismo delle proprie origini miste – osservatori e giornalisti sono corsi alla ricerca della genealogia del nostro, apprendendo che la famiglia della madre veniva da quel grande crocevia di razze e culture che è la città di New Orleans.

 

«I nonni materni del papa, entrambi descritti come neri o mulatti in vari documenti storici, vivevano nel settimo quartiere della città, un’area tradizionalmente cattolica e un crogiolo di persone con radici africane, caraibiche ed europee» scrive il giornale neoeboraceno. «I nonni, Joseph Martinez e Louise Baquié, si trasferirono a Chicago all’inizio del XX secolo ed ebbero una figlia: Mildred Martinez, la madre del papa».

 

«La serie di prove che collega Leo a New Orleans include il certificato di matrimonio dei nonni, risalente al loro matrimonio nel Settimo Distretto nel 1887, una foto della lapide della famiglia Martinez a Chicago e un certificato di nascita elettronico di Mildred Martinez che dimostra che è nata a Chicago nel 1912» prosegue il NYT.

 

«L’atto di nascita indica Joseph Martinez e “Louis Baquiex” come genitori di Mildred. Il luogo di nascita del padre è indicato come Repubblica Dominicana; quello della madre come New Orleans». Sarebbero inoltri stati trovati «documenti del censimento del 1900 che indicano il signor Martinez come “nero”, il suo luogo di nascita come “Hayti” [sic] e la sua professione come “produttore di sigari”».

 

 

«Sia Joseph Norval Martinez che Louise Baquié erano persone di colore, non c’è dubbio», ha affermato un’esperta di genealogia sentita dal maggior quotidiano mondiale.

 

«La scoperta significa che Leone XIV, come sarà chiamato il papa, non solo rappresenta una svolta come primo pontefice nato negli Stati Uniti, ma proviene anche da una famiglia che riflette i numerosi fili che compongono il complesso e ricco tessuto della storia americana» continua il NYT, che avrebbe potuto sintetizzare pubblicando a nove colonne il titolo «IL PAPA NON È BIANCO», ma non ce l’ha fatta, un po’ perché non è vero, un po’ perché non ci ha il coraggio.

 

«Non è chiaro se il nuovo papa abbia mai parlato pubblicamente dei suoi antenati creoli, e suo fratello ha affermato che la famiglia non si identifica come nera»: cioè, i giornalisti sono andati dal fratello del papa (toc toc), ancora sconvolto per l’esito del conclave, e gli hanno chiesto: «scusi, la sua famiglia si identifica come una famiglia nera?».

 

Lo hanno proprio fatto: «John Prevost, fratello del papa, ha affermato che i loro nonni paterni erano francesi e che suo padre era nato negli Stati Uniti. Ha aggiunto che lui e i suoi fratelli non parlavano delle loro radici creole. “Non è mai stato un problema”, ha detto John Prevost».

 

Infine, la conclusione piena di speranza amara: «ciò che tutto ciò significa, per quanto riguarda l’identità razziale del papa, tocca alcune delle questioni più spinose della società statunitense, ma riflette anche la ricca diversità dell’esperienza americana».

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Eccallà: la diversity sul Soglio di Pietro, alla fine ce l’hanno fatta. Il papa è bello perché di sangue misto – o almeno così dicono ricostruzioni genealogiche che mai la stessa famiglia papale aveva avuto interesse di fare

 

È semplicemente desolante: la sinistra mondiale è oramai totalmente ossessionata dalla razza, con venature di fondamentalismo genetico evidenti che la rendono uguale a quella dei tempi della Germania nazionalsocialista, solo invertita di segno.

 

Per questa gente non solo il colore della pelle, il proprio corredo genetico è più importante dell’anima: anzi, è giusto pensare che, esattamente come l’idea del proprio «genere» sessuale, il DNA vanno a ricoprire lo spazio lasciato vuoto dalla società secolarista che non vuole più credere all’anima.

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Immagine screenshot da YouTube

 

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