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«Tienanmen vaccinale»: cosa succederà sabato a Trieste?

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Il governo ieri ha accettato di mettere in piedi un tavolo con la protesta triestina. Come reso noto dal leader della sigla sindacale portuale CLPT Stefano «Ciccio» Puzzer, l’autorità esecutiva ha accettato l’incontro, secondo alcune condizioni.

 

I portuali hanno ottenuto che l’incontro si tenesse a Trieste e non a Roma – come invece avevano accettato prima, rimediando  un bizzarro, superfluo «incontro» al Senato (come se il Parlamento avesse ancora qualche voce in capitolo).

 

Secondariamente, il potere ha deciso di mandare a Trieste il grillino Stefano Patuanelli, oggi ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. (Se non sapete chi è, non vi preoccupate: non siete i soli)

 

In terzo luogo, il governo ha fatto sapere che l’incontro avverrà sabato.

 

Analizziamo la questione punto per punto. Dove, chi, quando.

La scelta di mandare Patuanelli è al limite dell’insulto. Che i portuali parlino con il ministro delle politiche agricole e forestali potrebbe sottendere, ironizzano in rete, che il potere consideri i manifestanti come bestiame

 

Sicuramente, il luogo del tavolo, Trieste, è l’unica concessione fatta alla protesta. Al contempo, però, permette al governo plausible deniability («negabilità plausibile»: il poter fornire scuse adatte a discolparsi) riguardo la presenza di altri ministri, magari quelli più interessati alla questione (Trasporti, Sanità, Interni) e financo del Presidente del Consiglio dei Ministri Mario Draghi, che è il vero grande artefice di tutta l’accelerazione impressa al marchio bio-digitale su tutti i lavoratori italiani.

 

Fare l’incontro  lontano da Roma permette a Speranza, Lamorgese, Draghi di starsene lontanissimi dalla polveriera triestina, mandando così un ministro di seconda (o terza) fila.

 

La scelta di mandare Patuanelli, infatti, è al limite dell’insulto. Che i portuali parlino con il ministro delle politiche agricole e forestali potrebbe sottendere, ironizzano in rete, che il potere consideri i manifestanti come bestiame. Animali da macello, magari da portare al pascolo un po’ prima di venderli o abbatterli per farci lo spezzatino.

 

Patuanelli ha oggi perfino meno importanza di quanta ne avesse nel governo Conte bis – il governo che attuò, primo in Occidente, i lockdown più mostruosi – dove ricopriva la non piccola carica di Ministro dello Sviluppo Economico. Molte delle regole pandemiche che hanno distrutto la nostra economia dovrebbero essere passate anche sul suo tavolo.

 

Draghi, Lamorgese, Speranza sanno che devono stare a migliaia di chilometri di distanza da Trieste, dove la situazione potrebbe generare immagini spiacevoli, che finirebbero quindi per sempre associate a loro, come in un G8 genovese qualsiasi

Tuttavia, il ministro Patuanelli, ora scivolato al Ministero agricolo, ha oggi ancora meno importanza, e davvero non si capisce perché mai dovrebbe lui incontrare la massa in rivolta a Trieste e non i ministri degli Interni, del Lavoro, dei Trasporti, della Salute – e, ribadiamo, la cosa dovrebbe interessare anche al Primo Ministro.

 

Il quale Primo Ministro si tiene alla larga dalla criptonite triestina anche perché (lo abbiamo capito sin dal primo momento, quando lo abbiamo visto parlare per la prima volta in Parlamento per il suo insediamento) crediamo che davvero non sia abituato, diciamo così, a trattare con il popolo, non ne ha mai visto uno (del resto, come in una favola principesca, egli regnava su una alta torre, l’Eurotower della BCE a Francoforte), e qualcuno può interrogarsi sul quando il Draghi può aver avuto contatto con un portuale o anche con una semplice partita IVA.

 

Draghi, Lamorgese, Speranza sanno che devono stare a migliaia di chilometri di distanza da Trieste, dove la situazione potrebbe generare immagini spiacevoli, che finirebbero quindi per sempre associate a loro, come in un G8 genovese qualsiasi. E questo nonostante il Corriere della Sera riporti la notizia della repressione al porto («idranti», scrive il primo quotidiano nazionale) a pagina 18. Prima, giustamente, c’erano i risultati delle elezioni disertate da un elettore su due.

 

Qui entra in giuoco il terzo punto: il giorno di sabato. Anche qui, siamo ai limiti dell’insulto: facciamo sabato, pare dire il governo, che in settimana ci abbiamo da fare, siamo impegnati in cose serie. La vostra non lo è. Quindi, accontentatevi.

Anche qui, siamo ai limiti dell’insulto: facciamo sabato, pare dire il governo, che in settimana ci abbiamo da fare, siamo impegnati in cose serie. La vostra non lo è. Quindi, accontentatevi

 

Insomma: sabato con Patuanelli – a questo punto magari il potere poteva anche sputare per terra o mostrare il dito medio, o sghignazzarsela per la combo inflitta all’insurrezione populista.

 

C’è di sicuro un elemento tattico che hanno considerato. Sabato è tra cinque giorni. Un’enormità rispetto alle forze che servono per tenere in piedi una protesta, specie ora che la sede primigenia – il porto – è stata sgombrata con la forza e sigillata con ruspe e new jersey.

 

Gli strateghi del governo devono aver pensato: tempo cinque giorni la protesta sarà fiaccata. Sfinita.

 

Tuttavia è possibile pensare invece ad un altro scenario. Non è improbabile che sabato – giornata usualmente utilizzata per la protesta pacifica di centinaia di migliaia di persone in tutta Italia da quattordici settimane – una massa enorme di persone converga su Trieste divenuta epicentro della lotta contro il green pass.

Non è improbabile che sabato – giornata usualmente utilizzata per la protesta pacifica di centinaia di migliaia di persone in tutta Italia da quattordici settimane – una massa enorme di persone converga su Trieste divenuta epicentro della lotta contro il green pass

 

Fermare una simile quantità di persone diventerebbe difficile, arduo – a meno di istituire un blocco delle autostrade. Un’operazione di magnitudine militare della quale, forse, oggi il governo non avrebbe più di tanto timore.

 

La convergenza della protesta nazionale a Trieste potrebbe riempire l’enorme Piazza Unità d’Italia creando una situazione davvero instabile. Per soprammercato, ogni cosa potesse accadere a Trieste (come l’eventualità di altre cariche della polizia contro i manifestanti inermi come quelle viste lunedì) risuonerebbe in tutte le altre piazze d’Italia che il sabato protestano e che ieri sera già hanno fatto sapere di essere in contatto profondo con il capoluogo giuliano: Trieste chiama...

 

La scelta del sabato come giorno del faccia a faccia può rivelarsi insomma come un incredibile autogol del governo. A meno che esso non programmi di portare le azioni di sgombro viste al porto anche su Piazza Unità d’Italia: saremmo, in questo caso, dalle parti di Pechino 1989 – Trieste come la prima Tienanmen vaccinale del mondo

La scelta del sabato come giorno del faccia a faccia può rivelarsi insomma come un incredibile autogol del governo. A meno che esso non programmi di portare le azioni di sgombro viste al porto anche su Piazza Unità d’Italia: saremmo, in questo caso, dalle parti di Pechino 1989 – Trieste come la prima Tienanmen vaccinale del mondo.

 

A meno che, quindi, non si scelga di fare di Trieste un esempio nazionale ed internazionale della repressione più sfrontata. Colpire una Trieste per educare cento Milano, Roma, Parigi, Berna, Berlino, Melbourne, New York

 

Ma rifiutiamo questo pensiero: il governo pandemico non può desiderare uno scenario del genere. No?

 

 

 

 

 

 

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