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Terapia genica, gli scienziati eliminano il dolore nei topi e nelle scimmie

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Utilizzando una nuova tecnica di terapia genica, i ricercatori dell’Università della California di San Diego hanno ridotto il dolore neuropatico derivante dal midollo spinale o da altre lesioni nervose nei topi oltre che in «maiali e primati non umani». Lo riporta Futurism.

 

La ricerca avrebbe l’obiettivo di trovare nuove opzioni di trattamento per i pazienti che soffrono di dolore cronico, intorpidimento o debolezza muscolare a causa di lesioni del midollo spinale: parliamo, in pratica, del mal di schiena.

 

Il trattamento di danni o disfunzioni nervose, altrimenti noto come neuropatia, con i farmaci può spesso portare a effetti collaterali. Questi farmaci devono anche essere somministrati continuamente e gli oppioidi, che sono antidolorifici particolarmente efficaci, possono spesso portare a problemi di dipendenza che poi sfociano nelle overdosi che hanno ucciso l’anno scorso almeno 100 mila cittadini americani.

 

Ostentando sicumera, i ricercatori dicono che la terapia genica sarebbe invece senza effetti collaterali. Facciamo un po’ di fatica a crederci. Secondo il documento, gli studi non hanno riscontrato alcun effetto collaterale come una «diminuzione rilevabile delle prestazioni motorie» o «perdita della normale sensazione tattile o termica per un massimo di 13 mesi».

 

(notate: i tempi di studio per la terapia genica sui topi sono maggiori di quelli usati per la terapia genica sugli umani chiamata vaccino COVID)

 

Per la ricerca, il team ha iniettato un virus che modifica geneticamente i topi con  dolore neuropatico a causa del danno al nervo sciatico, un grande nervo alla base della colonna vertebrale che è spesso associato al mal di schiena negli esseri umani.

 

Il virus conteneva due geni naturali, chiamati GAD65 e VGAT, che possono produrre acido gamma-aminobutirrico (GABA). Questa sostanza chimica era apparentemente in grado di inibire i neuroni di segnalazione del dolore nei topi. Si tratta quindi di una sorta di antidolorifico genetico: non cura nulla, si limita a zittire il dolore per via di bioingegneria realizzata da virus.

 

Come noto, la terapia genica è stata improvvisamente sdoganata dall’emergenza COVID: praticamente tutti i vaccini a disposizione in Occidente sono in realtà terapie geniche, basate su alterazioni della genetica cellulare portate da mRNA sintetico o da mRNA a vettore virale (cioè, virus che contengono l’informazione genetica con cui infiltrare e riprogrammare le vostre cellule).

 

Possiamo intendere tutta l’immane campagna mondiale di vaccinazione come un grande referendum sulla possibilità di intervenire sui corpi dei cittadini non più biochimicamente (con la farmaceutica tradizionale) ma genomicamente (con terapie geniche).

 

Il DNA umano, insomma, grazie al COVID non è più un tabù.

 

Come riportato da Renovatio 21, nel promettente mercato della terapia genica lavora il marito del Presidente della Commissione UE Ursula Von Der Leyen.

 

 

 

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