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Tentati suicidi fra i giovani, il numero è aumentato con la pandemia

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Il quotidiano milanese riporta nuovi numeri sui casi di tentato suicidio tra i giovani forniti dall’ospedale pediatrico Bambin Gesù.

 

Il numero di bambini che decidono di farla finita è aumentato durante tutta la decade, tuttavia «l’impennata dei casi si è avuta maggiormente nei due anni della pandemia da COVID».

 

Nel biennio pandemico si sarebbero quindi registrati +75% dei casi rispetto al biennio precedente, cioè anni senza restrizioni, DAD e terrorismo psicologico costante.

 

Tra il 2018 e il 2019 vi sarebbero stati 369 casi, mentre nel 2020-2021 si è arrivati alla cifra sbalorditiva di 649 casi «in media un caso ogni giorno».

 

Nel biennio pandemico il numero di casi di bambini che formulano ideazione suicidiaria è pari a 477, cioè l’88% in più rispetto al 2018-2019).

 

I tentativi di suicidio vero e proprio tra ragazzini sono arrivati a 172 – un incremento del 50%.

 

Aumento anche per i comportamenti autolesionistici, conteggiati dall’ospedale in 103, un aumento dell’8% rispetto ai due anni prima.

 

Un altro numero impressionante fornito è quello per cui l’80% dei casi di aspiranti suicidi è composto da bambine. Un dato su cui riflettere davvero, sul quale dovrebbero fare qualche pensiero anche le femministe sottomesse alla sinistra progressista pro-lockdownara.

 

L’età media di tentato suicidio riportato è di circa 15 anni.

 

Come scritto da Renovatio 21, ancora due anni fa, è indiscutibile che le restrizioni pandemiche abbiano trasformato i nostri figli in senso negativo, rendendoli più malati (è l’ipotesi recente dell’inspiegabile apparizione delle epatiti infantili), ma anche più violenti (con il grande incremento di atrocità, sempre più belluine e spudorate, commesse anche da adolescenti anche fuori dalle baby gang) e infine suicidi, come testimoniato del resto in tutto il mondo – nel Regno Unito è stato calcolato nel 2020 che, stando ai numeri, un bambino ha 10 volte più probabilità di morire per suicidio che non per COVID. Un anno fa emerse che forse 25 erano morti di COVID, centinaia erano morti invece per suicidio e traumi.

 

Anche nel lontano Vietnam, si è registrato un’inaspettato aumento di suicidi nelle scuole riaperte dopo le chiusure pandemiche. Suicidi giovanili in aumento perfino in un Paese specializzato sul tema, il Giappone.

 

Il Nevada nel 2020 fu il primo Stato a porsi seriamente il problema di riaprire le scuole il prima possibile dopo che si verificò un’ondata di suicidi tra i ragazzini, che di fatto raddoppiò il tasso usuale.

 

Fu drammatico il primo giorno di scuole 2021 in Italia, che contò ben 3 adolescenti suicidi nelle stesse ore.

 

Secondo la Royal Society Open Science, in Gran Bretagna i lockdown hanno portato alla depressione almeno 60 mila bambini.

 

Per non parlare del misterioso aumento di neonati morti su cui hanno dato l’allarme le autorità sanitarie scozzesi.

 

Non mancano gli studi per cui la pandemia abbia prodotto bambini con turbe psichiche, quoziente intellettivo inferiore e con ritardi dello sviluppo psicologico, in ispecie riguardo l’apprendimento della lingua e il riconoscimento dei volti umani – qualcosa per il quale secondo gli esperti dobbiamo ringraziare l’uso della mascherina.

 

In aumento durante la pandemia anche i casi di anoressia, con un allucinante abbassamento di età delle bimbe colpite, che ora vi si ammalano tra gli 8 e i 12 anni.

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