Geopolitica

Taiwan: Pechino ha bloccato i nostri acquisti di vaccini Pfizer

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Renovatio 21 pubblica questo articolo su gentile concessione di Asianews

 

 

I sospetti dei mesi precedenti si sono trasformati in accuse dirette. Taipei si era assicurata 5 milioni di dosi dalla BioNTech. Finora l’isola ha ricevuto 720mila dosi del vaccino AstraZeneca: vaccinato solo l’1% della popolazione. Silenzio dalla compagnia farmaceutica tedesca; i cinesi negano ogni intromissione.

È la prima volta che il governo dell’isola incolpa in maniera esplicita i cinesi per la mancata acquisizione di 5 milioni di dosi del farmaco sviluppato dalla casa farmaceutica tedesca e da quella statunitense

«Eravamo vicini a concludere un contratto con [BioNTech], ma a causa dell’intervento della Cina non vi è stato ancora modo di completarlo». La presidente taiwanese Tsai Ing-wen ha accusato oggi Pechino di aver fatto saltare l’accordo con cui Taipei si era assicurata il vaccino Pfizer-BioNTech contro il COVID-19.

 

È la prima volta che il governo dell’isola incolpa in maniera esplicita i cinesi per la mancata acquisizione di 5 milioni di dosi del farmaco sviluppato dalla casa farmaceutica tedesca e da quella statunitense. In febbraio il ministro della Salute Chen Shih-chung aveva lasciato solo intendere che dietro alla vicenda ci fosse la Cina.

 

Taipei aveva concluso l’intesa con la statunitense Pfizer e la tedesca BioNTech (Bnt) alla fine di dicembre. Le trattative erano state condotte con la compagnia tedesca, che all’ultimo momento ha annullato l’accordo. Bnt ha ceduto alla cinese Shanghai Fosun Pharmaceutical Group i diritti per lo sviluppo e la distribuzione del vaccino non solo in Cina, ma anche a Hong Kong, Macao e Taiwan. Per la licenza, l’azienda tedesca ha intascato 85 milioni di dollari; Fosun si è impegnata anche a investire 50 milioni di dollari per entrare nel capitale di Bnt.

La Cina ha negato invece di aver bloccato l’acquisto. Le autorità cinesi sostengono al contrario di aver offerto all’isola dosi del vaccino tedesco-statunitense.  Secondo Pechino, l’esecutivo di Tsai ha respinto il gesto di buona volontà per motivi politici

 

Alle prese con una recrudescenza dei contagi da COVID-19, l’amministrazione Tsai è riuscita a vaccinare solo l’1% della popolazione.

 

L’isola ha acquistato 14,7 milioni di dosi del farmaco AstraZeneca e 5 milioni dalla statunitense Moderna: finora ne ha ricevute però 720mila. A fine luglio sarà disponibile anche un vaccino anti-COVID di produzione locale.

 

BioNTech non si è ancora espressa sulle accuse lanciate da Taipei. La Cina ha negato invece di aver bloccato l’acquisto. Le autorità cinesi sostengono al contrario di aver offerto all’isola dosi del vaccino tedesco-statunitense.  Secondo Pechino, l’esecutivo di Tsai ha respinto il gesto di buona volontà per motivi politici.

 

La leadership cinese considera Taiwan una provincia ribelle, e non ha mai escluso di riconquistarla con l’uso della forza. L’isola è di fatto indipendente dalla Cina dal 1949; all’epoca i nazionalisti di Chiang Kai-shek vi hanno trovato rifugio dopo aver perso la guerra civile sul continente contro i comunisti, facendola diventare l’erede della Repubblica di Cina fondata nel 1912.

 

 

 

 

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Immagine di CSIS via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International (CC BY 4.0)

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