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Sull’orlo della guerra termonucleare

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In un recente editoriale, Paul Craig Roberts, funzionario del Tesoro dell’era Reagan, ha raccontato la cruda realtà: la politica e dell’atteggiamento aggressivi degli Stati Uniti riguardo alle armi atomica hanno spinto la Russia a prendere in considerazione l’adozione di una dottrina del primo attacco nucleare come quella degli USA.

 

Il che significa, semplicemente, che siamo tutti sull’orlo di una guerra atomica sic et simpliciter.

 

«La noncuranza di Washington e dei suoi burattini europei verso la pericolosa situazione che stanno provocando con la Russia è spaventosa» scrive Roberts sul suo sito. «Il mondo occidentale è ora guidato da persone che hanno chiarito che rischieranno una guerra nucleare nella loro ricerca dell’egemonia americana. Il male ha chiaramente trionfato nel mondo occidentale».

 

Il Roberts fa riferimento alla discussione del 9 dicembre del presidente Putin sulla dottrina dell’attacco nucleare preventivo degli Stati Uniti, e come la Russia dovrebbe scegliere di rispondere a questo, e avverte che la fiducia tra le due nazioni ha raggiunto il punto più basso di sempre, dopo decenni di espansione della NATO e propaganda bugiarda.

 

Nel caso di un falso allarme nucleare oggi, la Russia non ha motivo di fidarsi degli Stati Uniti, mettendo quindi il mondo in una situazione indicibilmente pericolosa. Ogni equilibrio atomico che reggeva durante la guerra fredda è ora sparito.

 

«Ora siamo sull’orlo di un olocausto nucleare. Un falso avvertimento di un attacco nucleare, ritenuto vero, potrebbe indurre la Russia a lanciare un attacco nucleare su vasta scala contro gli Stati Uniti e l’Europa».

 

E piuttosto che prendere sul serio i commenti di Putin, abbiamo la «provocatoria idiozia del Segretario alla Difesa degli Stati Uniti Lloyd Austin che interpreta erroneamente l’avvertimento di Putin sulla situazione estremamente pericolosa come un tintinnio di sciabole russe”. Con degli sciocchi come Austin che prendono decisioni, c’è zero possibilità di evitare Armagheddon».

 

«Siamo sull’orlo di una guerra nucleare e non abbiamo un John F. Kennedy alla Casa Bianca per fermarla. Invece, abbiamo pazzi neoconservatori impegnati a tutti i costi nell’egemonia degli Stati Uniti».

 

Mai nella storia, nemmeno nel momento più oscura della Guerra Fredda – nemmeno con i missili a Cuba, nemmeno durante i qui pro quo potenzialmente apocalittici dell’operazione Able Archer del 1983 – siamo stati così vicini allo scontro nucleare. E ogni canale diplomatico materiale, che erano attivi ai tempi della crisi dei missili di Cuba e che permisero di evitare la guerra atomica, ora, come dice l’ambasciatore russo a Washington Anatolij Antonov,  è un canale morto.

 

Siamo in una fase avanzata di una Finestra di Overton termonucleare.

 

Come ha scritto Renovatio 21: «un tempo c’erano uomini veri che lavoravano fino all’ultimo minuto per scongiurare la distruzione. C’erano i Kruscev e i Kennedy».

 

«Essi credevano nel valore dell’umanità, nella necessità di preservarla, nell’imperativo della sua riproduzione; forse credevano perfino, da qualche parte dentro il loro cuore, in Dio».

 

«Possiamo dire lo stesso ora? Credono ancora, tra aborti, provette e sodomia, nella riproduzione umana? Credono ancora nella custodia dell’umanità, virus eco-cancerogeno per il pianeta? Credono ancora, da qualche parte nel loro essere, in Dio?»

 

«Guardate Biden e i suoi sgherri. Rispondetevi da soli. Ecco il vero precipizio a cui siamo dinanzi: la rapida Finestra di Overton atomica e ipersonica può spalancare alla Cultura della Morte l’intero XXI secolo».

 

 

 

 

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