Eutanasia
Suicidio assistito per i carcerati?
Renovatio 21 traduce questo articolo di Bioedge.
Se il suicidio assistito è legale, sembra ovvio che ci dovrebbe essere parità di accesso. Anche per i detenuti? Questa è la domanda che il bioeticista svizzero Yoann Della Croce affronta sulla rivista Bioethics.
I diritti al suicidio assistito per i criminali non sono una questione scottante dei diritti umani, ma ci sono stati prigionieri che li hanno invocati e senza dubbio la domanda aumenterà.
Uno stupratore seriale e assassino belga, Frank Van Den Bleeken, ha chiesto l’eutanasia nel 2015. Alla fine, la sua richiesta è stata respinta ed è stato trasferito in una struttura psichiatrica specializzata.
I diritti al suicidio assistito per i criminali non sono una questione scottante dei diritti umani, ma ci sono stati prigionieri che li hanno invocati e senza dubbio la domanda aumenterà
Nel 2018 un detenuto svizzero con un cancro ai polmoni incurabile e problemi di salute mentale ha chiesto i servizi di un’organizzazione di suicidio assistito.
Tuttavia, le autorità nelle varie giurisdizioni con suicidio assistito ed eutanasia sono riluttanti a consentire ciò. Come mai?
In primo luogo, il carcere è un luogo in cui è difficile garantire che le persone compiano scelte veramente autonome.
In secondo luogo, sembra che la «morte assistita» sia troppo simile alla pena capitale – e questo è vietato nella maggior parte di queste giurisdizioni.
Uno stupratore seriale e assassino belga, Frank Van Den Bleeken, ha chiesto l’eutanasia nel 2015
E terzo, scegliere la morte sembra defraudare la società del suo potere di punire con lunghe carcerazioni.
Della Croce ritiene che queste argomentazioni non reggono. La sua argomentazione è troppo dettagliata per essere riassunta, ma questi sono alcuni dei suoi punti principali.
In primo luogo, dobbiamo distinguere tra prigionieri che sono malati terminali e che cercano di sfuggire al dolore e prigionieri che soffrono di “«tedio carcerario». Se entrambi sono consentiti per la popolazione libera, perché non per i detenuti?
Della Croce sostiene che è disumanizzante rifiutare una richiesta di suicidio assistito. Sostiene che se un prigioniero annoiato afferma di soffrire in modo insopportabile, dovrebbe essere trattato come chiunque altro nella giurisdizione:
Le autorità nelle varie giurisdizioni con suicidio assistito ed eutanasia sono riluttanti a consentire ciò. Come mai?
«[Non farlo] è andare giù per un pericoloso pendio scivoloso che alla fine porta alla disumanizzazione dei detenuti e al non considerarli come cittadini alla pari, che, nonostante il contenuto di qualche retorica populista, rimangono».
«I detenuti hanno lo stesso rispetto alla loro sofferenza e non riconoscere la gravità del loro dolore per il fatto di aver commesso atti criminali equivale a trattarli come cittadini di seconda classe a cui dobbiamo meno rispetto e preoccupazione a confronto dell cittadino rispettoso della legge».
Michael Cook