Politica
Sui social USA il trend è #GuerraCivile
Il raid dell’FBI contro Donald Trump nella sua abitazione a Mar-a-Lago ha prodotto in rete un risultato piuttosto indicativo: la gente sui social media ha cominciato a parlare di Guerra Civile.
Scrive Bloomberg che «ora, con un’altra elezione negli Stati Uniti a pochi mesi di distanza, le minacce velate e non così velate porteranno a decisioni più difficili sulle piattaforme social sull’opportunità di eliminare i post e bandire gli utenti che chiedono “#CivilWar». Cioè. #GuerraCivile.
L’hashtag #CivilWar ha preso piede sulle piattaforme social negli ultimi giorni mentre fioccavano commenti su un concetto come «se possono fare questo a un uomo innocente e all’ex presidente, immagina cosa possono fare a noi».
La rete Truth Social, sostenuta dal presidente Trump, in particolare, si è rapidamente riempita di speculazioni sulla Guerra Civile. Secondo un’analisi di Bloomberg News, gli utenti anonimi pubblicherebbero spesso messaggi con l’hashtag #CivilWar. Un tipico post di un utente con l’handle @AmericanPrepper diceva: «Noi popolo [We the People, le parole che aprono la Costituzione USA, ndr] siamo con te, signor Presidente».
In rete nessuno pare bersi l’idea che la Casa Bianca non c’entri nulla con il raid anti-Trump in Florida.
«Questo è il tipo di cose che accadono nei paesi durante la guerra civile» ha detto la combattiva deputata Repubblicana (in quota Ultra-MAGA se non, dicono i detrattori, QAnon) della Georgia Marjorie Taylor Greene.
Per molti osservatori una seconda Guerra Civile Americana pare oramai inevitabile.
Ad accennarne è stato anche lo stesso Biden, non si sa con che grado di lucidità mentale. Anche Trump, tre mesi fa, fece un post sul social Truth scrivendo semplicemente le due parole «Civil War».
L’investitore ultramiliardario Ray Dalio, capo dell’immane hedge fund Bridgewater Associates, ha parlato l’anno passato di un «rischio pericolosamente alto» che gli Stati Uniti possano scivolare nella Guerra Civile entro i prossimi 10 anni a causa della «quantità eccezionale di polarizzazione» attualmente osservata nel Paese.
Negli scorsi mesi Renovatio 21 ha parlato di un quadro internazionale che può portare a nuove forme di Guerra Civile: la «Guerra Civile Biotica» e la «Guerra Civile Transumanista», possibili conflitti interni alle Nazioni sulla basse di una spaccatura biologica e biotecnologica fra i cittadini e la loro diversa «obbedienza» ad un’autorità che impone loro modifiche al loro corpo.
In USA il processo è più accelerato: se da una parte abbiamo la discriminazione biotica invocata da Fauci e soci (che parla di due Americhe: una vaccinata, una non-vaccinata, con diritti diversi) dall’altra abbiamo un’autorità che ha perso completamente credibilità con elezioni probabilmente truccate e con un inquilino della Casa Bianca sicuramente affetto da demenza senile.
A parte della popolazione americana è sempre più chiaro che a portare avanti i giochi non c’è nemmeno il presidente che non hanno votato, c’è il cosiddetto Deep State, lo Swamp, lo Stato profondo, la palude: ossia l’insieme delle forze invisibili di quella che oggi chiamano Permanent Washington che giammai farà degli interessi diversi dai propri, e che quindi giammai penserà al bene comune del popolo americano.