Spazio

Startup vuole lanciare organi umani artificiali dallo spazio

Pubblicato

il

 

Una startup chiamata Inversion Space vuole trasportare merci lanciandole nell’orbita terrestre, immagazzinandole a tempo indeterminato in capsule speciali per poi rispedirle sulla Terra a 25 volte la velocità del suono.

 

Una parte fondamentale del progetto, riporta il New York Times, è che le capsule potrebbero far cadere organi umani artificiali negli ospedali prima che siano necessari per le procedure mediche. 

 

I cofondatori di Inversion Space Justin Fiaschetti – un ex stagista di SpaceX che ha abbandonato il college – e Austin Briggs hanno detto al NYT che il loro obiettivo è creare capsule delle dimensioni di diversi bagagli a mano che possano sia riporre oggetti nello spazio sia consegnarli in ogni angolo del globo a velocità sorprendenti.

 

Entrambi hanno appena 23 anni, ma il Briggs e il Fiaschetti si sono già assicurati 10 milioni di dollari per finanziare l’avvio dell’impresa. Si sono anche uniti al leggendario incubatore Y Combinator, conferendo al peculiare schema un’aura di credibilità.

 

Oltre a sparare organi artificiali sulla Terra, dicono, le unità di stoccaggio spaziale su misura potrebbero anche contenere unità ospedaliere mobili che potrebbero essere schierate ovunque sul pianeta.

 

«Vale la pena sottolineare che sarebbero necessari numerosi importanti progressi affinché Inversion realizzi la sua missione» puntualizza Futurism. P«er prima cosa, gli organi artificiali vitali in realtà non esistono ancora. E il volo spaziale dovrebbe diventare notevolmente più conveniente in termini economici per rendere il lancio di una qualsiasi merce nello spazio per poi essere smistata sulla Terra; tanto che un aereo commerciale è già abbastanza veloce da fornire forniture mediche praticamente ovunque siano necessarie in tempi moderatamente stretti».

 

Sebbene proibitivo a causa dei budget elevatissimi, è altrettanto vero che i lanci di razzi stanno diventando sempre meno costosi col passare del tempo. Mentre i razzi di grandi dimensioni come il Falcon 9 di SpaceX costano ancora milioni, i fondatori di Inversion Space hanno affermato di aver progettato le loro capsule in modo che fossero abbastanza piccole da adattarsi facilmente a qualsiasi razzo, agendo efficacemente come cargo clandestini.

 

Il motto dell’azienda è molto convincente. «Il lancio accessibile è risolto. È tempo di un ritorno accessibile».

 

Come scoperto anni fa da brevetti di Amazon, l’azienda vuole creare magazzini volanti, montati su dirigibili.

 

Di più: Bezos non fa mistero di essere un seguace di Robert K. O’Neill, teorico, negli anni Settanta, delle colonie spaziali orbitanti. Nello spazio l’assenza di gravità rende i lavori pesanti (assemblare un’automobile, una petroliera) molto più semplici e meno dispendioso.

 

È probabile che quindi chi ha i mezzi stia ipotizzando uno spostamento della manifattura nello spazio. Il rientro delle merci spaziali sulla terra sarà in effetti un tema. In pochi ci si stanno cimentando.

 

Non ci stupiremo quando Jeff Bezos comprerà questa startup per milioni e milioni di euro.

 

 

 

 

 

 

 

Più popolari

Exit mobile version