Economia

Sri Lanka, terminato il carburante

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Renovatio 21 pubblica questo articolo su gentile concessione di Asianews. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.

 

 

Il nuovo primo ministro ha detto di essere costretto a stampare denaro per pagare i dipendenti pubblici. La manovra porterà però al deprezzamento della rupia. La Federazione studentesca inter-universitaria chiede non solo le dimissioni del governo, ma un nuovo sistema politico.

 

 

È passato più di un mese dall’inizio delle proteste anti-governative in Sri Lanka.

 

Oggi il nuovo primo ministro Ranil Wickremesinghe ha dichiarato che il Paese ha terminato le scorte di carburante: da domani se ci saranno diesel e benzina sarà solo grazie a una linea di credito concessa dall’India.

 

Il premier ha aggiunto che la nazione insulare ha bisogno di almeno 75 milioni di dollari per pagare le importazioni di beni essenziali.

 

I dipendenti statali verranno pagati grazie all’immissione di denaro da parte della Banca centrale, «che porterà però al deprezzamento della rupia», ha ricordato il primo ministro.

 

La Federazione studentesca inter-universitaria (IUSF), una confederazione di sindacati studenteschi, ha redatto un documento in lingua sinhala e tamil intitolato «Soluzioni alla crisi attuale»:13 proposte al governo per aiutare la popolazione.

 

Alla presentazione della risoluzione hanno partecipato il principale partito d’opposizione, il Samagi Janabalawegaya, l’Alleanza nazionale tamil, il Partito socialista unito, oltre a parecchi laici e religiosi.

 

La IUSFnon solo chiede le dimissioni del presidente Gotabaya Rajapaksa e dell’intero governo, ma un «cambio di sistema».

 

Tra le proposte presentate ci sono la completa abolizione della presidenza, la stesura di una nuova Costituzione, lo stop ai processi di privatizzazione, la formazione di una commissione d’inchiesta e l’attuazione di un programma di aiuti alla popolazione.

 

Il presidente della IUSF, Wasantha Mudalige, ha affermato che finora «non c’è stato alcun beneficio per il popolo, perché il potere è stato trasferito da una parte all’altra da politici che hanno rubato le ricchezze del popolo per anni».

 

Tutti i responsabili dovrebbero dimettersi, ha aggiunto, mentre una commissione popolare adotterà le misure necessarie per recuperare il denaro pubblico sperperato.

 

Wasantha ha proseguito accusando le società vicine al governo che si sono arricchite negli ultimi anni:

 

«Mentre l’esecutivo dice di non avere i dollari di cui abbiamo bisogno, alcuni genitori si sono suicidati perché non hanno i soldi per comprare le medicine per i loro figli».

 

Commentando le proposte della IUSF, il parlamentare Shanakiya Rasamanickiam ha messo in luce la necessità di un sistema di condivisione del potere che includa anche i tamil.

 

Il leader del Partito socialista unito, Siritunga Jayasuriya, ha detto invece che «inizieremo con l’estromettere il governo di Gotabhaya e prenderemo provvedimenti per schiacciare questo regime capitalista e formare un governo rivoluzionario del popolo».

 

 

 

 

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Immagine di Zapata1000 via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-ShareAlike 4.0 International (CC BY-SA 4.0)

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