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«Sono vaccinato e ho preso il COVID» dice il batterista dei Poison

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Riki Rockett è il batterista di un gruppo che a metà degli anni Ottanta ebbe un certo seguito, i Poison, che suonavano un sottogenere che si chiamava hair metal, probabilmente per le belle chiome dei musicisti.

 

Riki Rockett ha un canale YouTube dove parla per lo più delle sue passioni, che sono le leggende metropolitane e le motociclette – delle quali ha una collezione non indifferente, avendo fatto il mestiere di musicista prima di internet e quindi con qualche introito da spendere (a dire il vero, praticamente qualsiasi lavoro prima di internet – a parte il banchiere, il parassita statale, l’oligarca – rendeva bene prima dell’avvento della rete, ma stiamo divagando).

 

Saremo tentati quindi di lasciare Riki Rockett nel suo oblio luccicante come le sue Harley, se non fosse che qualche settimana fa il percussionista ha fatto una dichiarazione importante:

 

«Ho il COVID». La cosa ha una sua rilevanza perché Riki Rockett è vaccinato a ciclo completo.

 

Il musicista racconta che il figlio aveva qualche sintomo, qualche lo ha portato in ospedale.  Long story short, anche lui pochi giorni dopo ha i sintomi, e il tampone dice: positivo anche lui. «Non sono l’unico nella mia famiglia, ora tutti lo hanno».

 

«Ho il COVID. Ma indovinate? Sono vaccinato. Sono completamente vaccinato, da mesi».

«Ma indovinate? Sono vaccinato. Sono completamente vaccinato, da mesi».

 

Rockett non sa se si tratti della temibile variante Delta, ma i dottori dicono che ha tutti i tratti.

 

I sintomi sono stati: secchezza delle fauci per naso intasato, poi naso che cola «profudamente», brividi quando è andato a letto. Si sveglia bagnato fradicio.

 

Il batterista chiama i dottori e si quarantina dentro il suo camper. Un’altro giorno di malessere, sudorazione e male alle spalle. Poi il terzo giorno sta meglio, niente febbre.

 

10 giorni di quarantena, e almeno due senza febbre, raccomanda l’antica celebrità metallara.

 

La quale dichiara di non sentirsi un idiota per essersi vaccinato e aver preso lo stesso il COVID, in quanto, dice, sarebbe stato molto peggio se non fosse stato siringato. Rockett fa capire di temere tantissimo la variante Delta, e ben sette medici gli hanno detto che probabilmente è proprio quella, tanto che dice che adesso vuole ricorrere al sequenziamento genetico.

 

Il drummer dice che le cliniche gli hanno detto di avere dozzine di pazienti vaccinati che risultano positivi al COVID.

 

Rockett è un sopravvissuto al cancro, che ha vinto circa 5 anni fa. La cosa non costituisce un problema per la vaccinazione a tappeto, come abbiamo visto nell’intervista pubblicata ieri da Renovatio 21 sulle vaccinazioni ai soggetti deboli.

 

Il batterista segue e dà dei consigli, prima sulle vitamine, poi sul farsi subito testare, etc.

 

Il conformismo delle rockstar, che invece che ribelli sono tutti in cerca della «vita omologata» (di quelle che dormi sempre), è sempre più imbarazzante

Che dire, il rock si sta rivelando come una delle attività umane più inclini all’asservimento biotico totale – perfino di fronte a fatti che dovrebbero far scattare qualche dubbio.

 

Il conformismo delle rockstar, che invece che ribelli sono tutti in cerca della «vita omologata» (di quelle che dormi sempre), è sempre più imbarazzante.

 

Di questa scelta per l’omologazione vaccinale, alcuni potrebbero pure essere morti.

 

Possiamo dirlo? Preferivamo quando morivano di overdose. Erano più coerenti con il messaggio di cui dicevano di essere portatori.

 

 

 

 

Immagine di don prokect via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-NonCommercial-ShareAlike 2.0 Generic (CC BY-NC-SA 2.0)

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