Sorveglianza

Singapore: 5mila casi risolti dalla polizia grazie alla densità record di telecamere

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Renovatio 21 pubblica questo articolo su gentile concessione di Asianews. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.

 

 

La città-Stato di Singapore ha attualmente 90mila dispositivi di sorveglianza che dovrebbero raddoppiare nel giro di qualche anno. Gruppi della società civile le criticano come strumento di controllo, ma da quando sono state installate alcuni reati sono diminuiti del 70% e si sono rivelate utili anche per rintracciare persone scomparse.

 

 

La città-Stato di Singapore ha una delle più alte densità al mondo di videocamere di sorveglianza. Sono al momento 90mila, ma il piano ufficiale è di farle arrivare a 200mila entro il decennio. A lungo viste con sospetto per la possibilità di controllo che offrono a un governo che della stabilità e della sicurezza ha fatto un mantra, oggi sono una presenza che intreccia sempre di più anche altri aspetti della vita quotidiana.

 

Nuove statistiche diffuse dalla polizia indicano che sono stati 5.000 finora i casi risolti a Singapore con l’utilizzo delle videocamere dalla loro introduzione nel 2012.

 

Per il portavoce della polizia «sono diventate fonti indispensabili di elementi investigativi» e ora la loro diffusione consente l’individuazione di eventuali autori di crimini con la possibilità di seguirne anche i movimenti successivi. E se l’utilizzo delle videocamere non può sostituire le tradizionali azioni investigative – che restano essenziali per arrivare a definire le responsabilità legali – si rivelano sempre più un deterrente nei casi di molestie o in quelli che riguardano danni alle proprietà o i furti di veicoli, con una riduzione lo scorso anno attorno al 70% rispetto al 2015.

 

Restano poi i benefici di un utilizzo «sociale», come nei casi di ricerca di persone scomparse. Non soltanto l’uso delle videocamere consente di visualizzare in diversi luoghi e situazioni la persona cercata, ma anche (entro certi limiti) di precederne le mosse e di rintracciarlo incrociando i dati sulle sue abitudini con quelli predittivi di appositi software legati alle immagini.

 

In casi di eventi eccezionali come la pandemia di COVID-19, inoltre, la rete di videocamere consente di individuare criticità nella gestione o nel distanziamento sociale, di aggirare eventuali problemi e intervenire in modo più efficace o opportuno.

 

Davanti alla pressione di gruppi della società civile che temono la trasformazione di Singapore in uno «Stato di polizia», l’amministrazione responsabile del loro utilizzo ha confermato che i dispositivi «con il loro campo visivo coprono soltanto spazi pubblici».

 

Quanto alla questione delicatissima dei dati personali, immagini comprese, rassicura dicendo che vengono «conservati in modo sicuro e l’utilizzo è consentito per sole ragioni ufficiali a individui autorizzati, con pene severe per i trasgressori».

 

 

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