Droga
Sequestrate 50 buste di cocaina dall’ufficio del ministro socialista belga. Arrestato un membro dello staff
Le autorità belghe hanno sequestrato 50 sacchi di cocaina il mese scorso durante una perquisizione nell’ufficio del ministro socialista dell’Istruzione Caroline Désir, hanno riferito giovedì sera i media locali. Lo riporta il sito ReMix News.
Secondo il quotidiano La Dernière Heure, uno dei dipendenti della Désir, figlio di un ex ministro e attuale deputato socialista, sarebbe stato arrestato prima della perquisizione con l’accusa di traffico di droga. Nel corso di un’ulteriore perquisizione nella sua abitazione sono stati sequestrati complessivamente 10.000 euro in contanti. Si ritiene che abbia lavorato come tesoriere nell’ufficio del ministro.
Il sospettato è stato detenuto nella prigione di Haren mentre la polizia conduceva le indagini iniziali.
In risposta alla notizia appena venuta alla luce, l’ufficio del ministro ha confermato che l’uomo, nominato soltanto con le iniziali MV, non è più alle dipendenze di Désir.
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«La sera di mercoledì 15 dicembre siamo stati informati che il signor MV, che ricopriva la carica di tesoriere all’interno del gabinetto, era in arresto nell’ambito di un’indagine sul traffico di droga. Giovedì 16 dicembre è stata avviata una procedura di licenziamento per abuso di fiducia, nel rispetto della normativa applicabile agli uffici ministeriali».
«Lo stesso giorno è stata effettuata una perquisizione nel suo ufficio per verificare se vi fossero oggetti criminali. Sono state scoperte una cinquantina di bustine contenenti polvere bianca. Una volta effettuata questa scoperta, lo studio ha preso contatto con un avvocato penalista per aprire una collaborazione con il giudice incaricato delle indagini», hanno precisato dall’ufficio, aggiungendo che l’ufficio ha rispettato pienamente le indagini e ha fornito l’accesso a tutte le aree in cui il membro del personale aveva il permesso.
Nessun altro contrabbando è stato trovato dalle indagini e da allora le autorità «non hanno voluto sentire nessun altro membro del governo», ha aggiunto.
Accuse riguardo al «vizietto nasale» coinvolgono l’intero arco politico internazionale.
Quattro mesi fa un ex ambasciatore indiano ha dichiarato che l’aereo del premier Justin Trudeau – in collisione con il governo indiano per la questione del sikh assassinato in Canada – era atterrato a Delhi per il G20 «pieno di cocaina».
A Londra invece tracce di cocaina furono rinvenute nelle residenze di Lis Truss e Boris Johnson dopo i loro festini.
Il caso più incredibile fu tuttavia quello della bustina di polvere bianca trovata alla Casa Bianca. Di chi potrà mai essere? Se lo sono chiesti in molti, mentre impazzavano i video di Hunter Biden che, durante l’affaccio della First Family per i tradizionali fuochi di artificio della festa del Quattro Luglio si passava la mano sul naso.
Il problema è così grave non riguarda solo gli squali della politica, ma sembra anche gli squali tout court.
Rimane da mostrare, anche stavolta, la più grande scene di retata poliziesca anti-cocaina della storia del cinema.
«Cocainum!»
Non solo il Danko (1988) indovina la sostanza, ma lo stesso elemento chimico, notano i commentatori su YouTube: e senza passare per test chimici e servizi segreti.
Ricordiamo tuttavia che «Cocainum» non è una parola russa, se non nella testa dello Schwarzenegger.
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Immagine su licenza Envato