Ambiente

Se l’ONU parla dell’umanità in una «spirale di autodistruzione»

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Le Nazioni Unite hanno pubblicato il loro ennesimo rapporto disperato e terrificante.

 

Stavolta l’ONU parla dell’umanità intrappolata in una «spirale di autodistruzione».

 

E il lettore di Renovatio 21 sa bene perché le Nazioni Unite parlano così, e quale soluzione offrono.

 

Pubblicato ogni due anni, il rapporto di valutazione globale delle Nazioni Unite sulla riduzione del rischio di catastrofi ha il compito di delineare i modi in cui l’umanità può mitigare il rischio di catastrofe

 

Il rapporto non solo ha rilevato che negli ultimi due decenni si sono verificati circa 300 e 500 disastri di medie e grandi dimensioni all’anno, ma anche che il numero aumenterà a una media di 560 disastri all’anno entro il 2030, o all’incirca 1,5 disastri al giorno.

 

Tali disastri, scrive il rapporto ONU, sono spesse volte correlati al cambiamento climatico, la grande malattia del pianeta dove la correlazione mai è esclusa.

 

In una dichiarazione, l’Ufficio delle Nazioni Unite per la riduzione del rischio di catastrofi (UNDRR) ha accusato «ottimismo, sottovalutazione e invincibilità» per il numero crescente e la gravità dei disastri globali.

 

In pratica, dice l’ONU, i vertici politici dei Paesiche la sostengono, quelli che rinchiudono le loro popolazioni per anni, le impoveriscono e le sottomettono a concetti imbecilli come quello della «transizione ecologica», sono troppo ottimisti.

 

Si può dare di più.

 

«Il mondo deve fare di più per incorporare il rischio di catastrofi nel modo in cui viviamo, costruiamo e investiamo, il che sta mettendo l’umanità in una spirale di autodistruzione», ha affermato nella dichiarazione il vicesegretario generale delle Nazioni Unite Amina Mohammed.

 

«Dobbiamo trasformare il nostro compiacimento collettivo in azione», ha aggiunto la Mohammed, che non si capisce di cosa sia autocompiaciuta. «Insieme possiamo rallentare il tasso di disastri prevenibili mentre lavoriamo per raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile per tutti, ovunque».

 

«La portata e l’intensità dei disastri sono in aumento, con più persone uccise o colpite da disastri negli ultimi cinque anni rispetto ai cinque precedenti».

 

La buona notizia, dice l’UNDRR nel suo rapporto, è che l’adozione e l’attuazione dei protocolli suggeriti in precedenza hanno già ridotto sia il numero di persone uccise che il numero totale di persone colpite da disastri negli ultimi dieci anni.

 

Conosciamo bene i protocolli ONU, specie quelli sulla vera causa dei problemi del pianeta, che – ci hanno raccontato per decenni e ancora ci raccontano ora – è la sovrappopolazione.

 

Incapaci di reiterare questa balla, che ha stufato e che di fatto infastidisce la gente che ad un certo punto della vita comincia a desiderare dei bambini da amare incondizionatamente, ora la chiamano «cambiamento climatico».

 

Dietro a qualsiasi operazione ONU sul clima, come a qualsiasi altra azione dell’ente, c’è l’imperativo della riduzione della popolazione terrestre.

 

Per comprenderlo a fondo, potete leggere i libri di mons. Michel Schooyans Il Complotto dell’ONU contro la vita e I volti nascosti dell’ONU.

 

O magari, basterebbe dare un’occhiata ai piani ONU per irrorare il cielo di solfato per ridurre le temperature: ma guarda che strano, proprio la geoingegneria solare promossa e finanziata da Bill Gates.

 

Il calcolo alla base del progetto degli aerei che diffondono sostanze che bloccare i raggi solari lo ha raccontato il professore harvardiano David Keith, il suo principale proponente, al New York Times.

 

«Le morti per inquinamento atmosferico dovute allo zolfo aggiunto nell’aria sarebbero più che compensate dalla diminuzione del numero di morti per caldo estremo, che sarebbe da 10 a 100 volte maggiore».

 

Sarebbe una bella ecatombe utilitarista che piacerebbe agli appetiti antiumani dell’ONU, così da farle scrivere, in futuro, rapporti di catastrofismo più mite.

 

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