Persecuzioni

Scozia, la discriminazione dei funzionari pubblici cristiani

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La Chiesa cattolica di Scozia lancia l’allarme: il Paese del cardo potrebbe in un prossimo futuro essere privato di un bacino di funzionari pubblici esperti e talentuosi, se i cristiani più convinti continueranno ad essere vittime di discriminazioni nella società pubblica.

 

 

La preoccupazione è aumentata dalle dimissioni di Nicola Sturgeon, il 15 febbraio 2023. Kate Forbes – fino a quel momento segretaria alle finanze – è parsa quindi nella posizione migliore per prendere in mano le redini del governo scozzese. Non sono state considerate però le sue convinzioni religiose – è un membro della Free Church of Scotland, una variante calvinista dell’anglicanesimo – che dà fastidio ai media.

 

Kate Forbes, infatti, non ha esitato ad affermare la sua contrarietà al matrimonio omosessuale, così come alle nascite extramatrimoniali, e la sua difesa della famiglia tradizionale: su stampa e social network è scoppiata una protesta, al punto che la promozione della segretaria alle finanze potrebbe essere messo a rischio.

 

Una situazione che ha fatto reagire Peter Kearney: il portavoce della Chiesa cattolica scozzese ha deplorato, sulle colonne dell’Herald, il fatto che «in nome della diversità, abbiamo alla fine optato per il conformismo» nella vita pubblica.

 

Per Peter Kearney, «c’è un’assoluta intolleranza per certi tipi di differenze. Sta crescendo nella società l’intolleranza verso il credo religioso dei personaggi pubblici, e quello che si riversa oggi sui media fa sentire emarginati molti cattolici e molti cristiani».

 

«Nessuna libertà per i nemici della libertà», gridava già Saint-Just nel 1793, quando inviò dei monarchici innocenti a farsi «accorciare» dal sinistro «rasoio nazionale».

 

La Chiesa cattolica scozzese finge di essere sorpresa che la religione, in particolare la religione cristiana, non sia protetta tanto nello spazio pubblico quanto i cosiddetti diritti delle «minoranze sessuali». Spiega Peter Kearney: «Come corpo sociale, saremmo colpevoli di ipocrisia se non difendessimo il diritto di tutti di avere, esprimere e difendere liberamente le proprie convinzioni religiose».

 

E il rappresentante cattolico ha citato il recente disegno di legge sulla possibilità di cambiare sesso a partire dai sedici anni: la maggior parte dei partiti scozzesi ha rifiutato ai propri parlamentari la possibilità di votare in anima e coscienza, e li ha costretti ad approvare una riforma che non potrebbe essere più progressista e distruttiva per la società.

 

«Il pericolo di vietare ai parlamentari di votare secondo coscienza avrà probabilmente un profondo impatto sul reclutamento di nuovi parlamentari. I potenziali parlamentari diranno a se stessi che le loro opinioni non saranno rispettate. E corriamo il rischio di privarci di politici pieni di talento e competenza», avverte Peter Kearney.

 

Bisogna aggiungere che i deputati che accettano di votare contro la loro coscienza sono pronti a compromessi e non sono altro che politici di mestiere. Partecipano quindi alla perversione della vita politica e diventano complici di gravi violazioni della legge divina e umana.

 

Per fortuna, nonostante il clamore di una sfera mediatica che, in Scozia come altrove, rimane in gran parte sotto il controllo delle lobby progressiste, Kate Forbes conserva il sostegno della popolazione nei sondaggi: il 28% dei militanti del suo partito – SNP, Scottish National Party – vuole che succeda a Nicola Sturgeon.

 

Il buon senso non è ancora del tutto scomparso e, come si dice nel regno del cardo, chi lo strofina si punge…

 

 

 

 

 

Articolo previamente apparso su FSSPX.news.

 

 

 

 

 

Immagine di Scottish Government via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic (CC BY 2.0)

 

 

 

 

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