Geopolitica

Scontri tra miliziani a Beirut: un’ombra di guerra cala sul Libano

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Ci eravamo lasciati con i problemi di elettricità e di approvvigionamento in carburante menzionando come tutti gli ingredienti per un conflitto fossero sul piatto. Ecco che ora sul Libano soffiano venti di guerra.

 

Stamane, in data 14 ottobre 2021, ignoti cecchini hanno aperto il fuoco da alcuni palazzi su una folla di militanti dei partiti musulmani sciiti di Amal ed Hezbollah (che, ricordiamo, sono anche milizie) radunati in piazza Tayyouneh nei pressi del palazzo di giustizia.

 

I sopravvenuti manifestavano contro il giudice Tarek Bitar, incaricato dell’inchiesta sull’esplosione avvenuta al porto di Beirut il 4 agosto 2020 e accusato da Hezbollah di voler politicizzare l’inchiesta inquisendo diversi membri del partito sciita.

 

Sul Libano soffiano venti di guerra

Diversi miliziani sciiti, accorrevano e rispondevano al fuoco con armi automatiche e lanciarazzi mentre il terrore si diffondeva tra gli abitanti dei quartieri circostanti che si chiudevano in casa o abbandonavano i loro appartamenti per mettersi in salvo. 

 

I quartieri interessati da scontri – che potrebbero estendersi anche ad altre aree – sono al momento Tayyouneh, Badaro e Ayn el Remmaneh (a maggioranza cristiana) e le aree miste cristiane-sciite di Chiyah e Haret Hreik.

 

Facciamo notare come Badaro, da prima della crisi sociale ed economica iniziata nell’ottobre 2019, sia uno dei quartieri «in» di Beirut, sede di numerosi e costosi locali alla moda, oltre che residenza di numerosi stranieri impiegati da ONG e agenzie delle Nazioni Unite. 

 

Al contrario Ayn el Remmaneh («la sorgente del melograno» in arabo libanese) è un quartiere popolare cristiano confinante con la grande periferia sciita di Beirut sud e conosciuto come il luogo in cui nel 1975 ebbe inizio la cosiddetta guerra civile libanese. In quell’occasione l’uccisione di quattro cristiani maroniti di fronte alla chiesa Notre Dame du Salut, seguita dall’attacco di miliziani cristiani appartenenti alla Falange Libanese contro un bus palestinese transitante nei paraggi (27 vittime), diede fuoco alle polveri.

 

Gli scontri di oggi, il cui bilancio ufficiale è al momento di 6 morti e 30 feriti, fanno seguito alla già accennata polemica circa la gestione dell’inchiesta da parte del giudice Bitar, che negli ultimi giorni ha visto prese di posizione opposte da parte di Amal ed Hezbollah ma anche dello storico partito cristiano maronita Marada loro alleato, nonché di un variegato schieramento di attivisti «rivoluzionari» e di partiti di storica obbedienza anti siriana tra cui le Forze Libanesi.  

 

Secondo alcune fonti, al momento non confermate, sarebbero proprio le Forze Libanesi, partito cristiano maronita, da sempre acerrimo nemico di Hezbollah e della Siria, i registi dell’attacco di piazza Tayouneh

Secondo alcune fonti, al momento non confermate, sarebbero proprio le Forze Libanesi, partito cristiano maronita, da sempre acerrimo nemico di Hezbollah e della Siria, i registi dell’attacco di piazza Tayouneh. Questo è ciò che riportano canali Telegram simpatizzanti con Hezbollah che hanno pubblicato nomi e foto di alcuni dei presunti responsabili mentre sembrerebbe che l’esercito libanese, dislocato nell’area degli scontri per contenere ulteriori tensioni, conosca già l’identità di alcuni dei responsabili della sparatoria.

 

La pista che conduce alle Forze Libanesi sarebbe resa verosimile anche dalla dichiarazione del deputato greco-ortodosso delle Forze Libanesi Imad Wakim che ha dichiarato che i cecchini all’origine degli scontri sono dei «libanesi liberi» di tutte le confessioni religiose che contrastano il dominio Hezbollah.

 

 

I cristiani libanesi siano molto più divisi che ai tempi della guerra civile

Ricordiamo come in questo contesto conflittuale, i cristiani libanesi siano molto più divisi che ai tempi della guerra civile.

 

A fronte di uno «zoccolo duro» di gruppi e partiti anti-Hezbollah e anti-Siria, vicini alle istanze delle amministrazioni americana e francese, esistono partiti cristiani più concilianti con Hezbollah come il Movimento Patriottico Libero del presidente della repubblica Michel Aoun un tempo alleato stretto del partito sciita oltre al già citato Marada.

 

Quest’ultimo, movimento storicamente guidato dalla famiglia cristiana maronita Frangieh (di antica origine crociata come attesta il nome derivante da Faranji = Franco) è animato da una storica inimicizia con la Falange Libanese e le Forze Libanesi (autori di un sanguinoso massacro contro la famiglia Frangieh ed altre 28 persone tra cui donne e bambini, il 13 giugno 1978) ed ha costruito nel tempo un forte legame amicale con la famiglia Al Assad alla guida della Siria.

 

Renovatio 21 seguirà il dipanarsi di questa vicenda che sembra condurre il Libano vicino ad un conflitto ancora più teso di quello combattuto dal 1975 al 1990, considerando che di quella che negli anni ’70 era «la Svizzera del Medio Oriente» resta ora solo un pallido ricordo. 

 

 

Nicolò Volpe

 

 

Immagine screenshot da YouTube

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