Digiuno

Sciopero della fame dei Vigili del Fuoco contro il Green Pass. E se la protesta li seguisse?

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I pompieri dell’Unione Sindacale di Base (USB) di Verona hanno comunicato che da oggi 3 novembre porteranno avanti la protesta contro il green pass del personale operativo del comando provinciale attraverso lo sciopero della fame.

 

I vigili del fuoco del sindacato hanno fatto inoltre sapere che questa protesta rimarrà attiva fino a che sarà in vigore l’obbligo del lasciapassare verde per poter lavorare.

 

I vigili del fuoco del sindacato hanno fatto inoltre sapere che questa protesta rimarrà attiva fino a che sarà in vigore l’obbligo del lasciapassare verde per poter lavorare

La situazione delle caserme dei vigili del fuoco veronesi già non è semplice: «nelle scorse settimane, il sindacato Fp Cgil aveva segnalato che il problema della carenza di personale tra i pompieri veronesi era stato acuito dall’introduzione della certificazione verde nei luoghi di lavoro» scrive il sito Veronasera.

 

«Il personale aderente salvaguarderà la vita umana propria introducendo nell’arco della giornata lavorativa liquidi onde evitare disidratazione e probabili complicanze mediche».

 

Non si tratterà quindi di un vero digiuno, in quanto con i liquidi potranno passare calorie necessarie al fabbisogno corporale, di modo da evitare gli effetti organici e psicologici del digiuno. Tuttavia il segno che potrebbe lasciare una simile iniziativa è enorme.

 

Lo sciopero della fame è stato usato negli anni dalla lotta politica quando una fazione viene ridotta all’impotenza

Dopo aver visto improbabili sedie da campeggio con su scritto «Russia» «Mario Draghi» «Comunità Europea» «Papa» ci pare, finalmente, una protesta lucida, solida, determinata.

 

Lo sciopero della fame è stato usato negli anni dalla lotta politica quando una fazione viene ridotta all’impotenza. È il caso del 1981 hunger strike, il culmine della protesta cattolica nordirlandese contro il governo britannico.

 

I prigionieri irlandesi fecero 53 giorni di sciopero della fame nel 1980; l’eco del secondo sciopero della fame del 1981 – un vero scontro frontale tra i prigionieri e il primo ministro Margaret Thatcher – ebbe un tale potere che uno dei digiunanti, Bobby Sands, venne eletto membro del parlamento mentre scioperava. Sands morì di fame assieme ad altri nove compagni carcerati. I loro funerali videro la partecipazione di almeno 100 mila persone.

 

E se una grande parte della rivolta contro il green pass li seguisse? Siamo sicuri che il potere potrebbe continuare a ignorare il dissenso?

Il record di durata per uno sciopero della fame è di un altro prigioniero delle carceri britanniche, il Dennis Galer Goodwin, che stette senza mangiare per 385 giorni nel 1973. Tuttavia, il record è contestato perché durante il periodo fu sottoposto a volte a alimentazione forzata.

 

In una vicenda più lieve, il digiuno più lungo del mondo – senza che esso fosse uno sciopero della fame – è riconosciuto allo scozzese Angus Barbieri, un 27enne passato da 207 kg a 82 kg nell’arco di 382 giorni. Angus consumò sotto controllo medico solo vitamine, elettroliti, amminoacidi, tè e caffè e acqua frizzante. Il suo caso rimane emblematico riguardo a quanto il corpo umano posso vivere a lungo consumando solo la sua massa grassa.

 

Tornando all’esempio dei vigili del fuoco veronesi, osiamo una domanda.

 

E se una grande parte della rivolta contro il green pass li seguisse?

 

Siamo sicuri che il potere potrebbe continuare a ignorare il dissenso?

 

 

 

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Immagine d’archivio

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