Bizzarria

Scacchista cinese accusato di barare tramite vibratore anale wireless connesso ad un computer

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Un clima di sospetto e cattiva condotta ha scosso il mondo degli scacchi cinesi, poiché al vincitore del campionato nazionale è stato ritirato il titolo conquistato solo pochi giorni prima. Il motivo della sanzione si candida ad essere la più grottesca forma di doping sinora apparsa nella storia umana.

 

Il mondo dello Xiangqi, noto gioco da tavolo cinese antico di secoli, è sconvolto da una controversia che coinvolge il campione nazionale Yan Chenglong, che è stato privato del titolo e del premio in denaro.

 

La scorsa settimana, lo Yan aveva trionfato nel campionato nazionale cinese di Xiangqi, guadagnandosi il titolo onorifico di «Re dello Xiangqi». Tuttavia, la sua gioia è stata assai effimera, poiché l’Associazione nazionale gli ha ben presto ritirato il titolo e il relativo premio in denaro.

 

Su Weibo, un onnipresente social network cinese, erano cominciate a circolare voci accusatorie nei confronti del 48enne vincitore del torneo di scacchi sinici.

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Tali voci denunciavano l’uso di perline anali dotate di trasmettitori wireless, attraverso le quali il campione avrebbe inviato e ricevuto segnali codificati a un computer: un’interfaccia uomo-macchina di tipo rettale, progettata per truccare le gare del cerebrale giuoco. Il computer, secondo quanto detto, avrebbe inviato allo scacchista istruzioni sulle mosse da compiere sotto forma di vibrazioni anali. Il diabolico sistema è di fatto impossibile da dimostrare.

 

Mentre la polemica cresceva su Internet, il giocatore stava già festeggiando, secondo quanto riportato, in modo euforico e sconsiderato: l’Associazione Xiangqi Cinese ha segnalato il comportamento scorretto del vincitore accusato, affermando che aveva causato disturbi nella sua stanza d’hotel.

 

L’uomo aveva iniziato con un festino alcolico con altri partecipanti, nella notte del 17 dicembre, mentre il giorno seguente, secondo quanto trapelato, aveva defecato nella vasca da bagno della stanza in cui risiedeva. Tale azione è stata considerata dannosa per la proprietà dell’hotel, un’infrazione dell’ordine pubblico e una violazione delle norme di buona morale. Colpisce, tuttavia, la persistenza di attività dello sfintere in questa storiaccia.

 

In risposta alle tremende accuse, l’Associazione Xiangqi Cinese ha preso una decisione radicale: nonostante l’impossibilità attuale di dimostrare che Yan abbia effettivamente barato attraverso le fantomatiche ed avveniristiche «perline anali wireless», come ipotizzato sui social media, l’Associazione ha ritenuto sufficienti le prove esistenti del comportamento del gozzovigliante campione.

 

Di conseguenza, lo Yan non solo è stato privato del titolo appena ottenuto, ma è stato anche sottoposto a un bando dal gioco che durerà per un intero anno.

 

Dello stato della vasca da bagno non abbiamo notizia. Così come della fine delle magiche perline senza fili.

 

La riflessione da fare è che qualche anno fa assistevamo a grandi sfide scacchistiche tra l’uomo e la macchina: i più agés ricorderanno Garry Kasparov contro il computer IBM Deep Blue, mentre i più giovani la partita del campione coreano di Go (gli scacchi giapponesi) contro AlphaGO, Intelligenza Artificiale di Google.

 

Ora invece l’uomo, invece che combattere la macchina, se ne fa alleato, se ne fa terminale, si vende al roboto sperando in un guadagno personale al di là di ogni etica: l’uomo, insomma, accetta la superiorità della macchina, la quale, letteralmente, glielo mette in quel posto.

 

Quando sentivamo parlare di «terminale uomo» non immaginavamo una cosa così chiara e rivoltante.

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