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Rodrigo Duterte minaccia la galera per chiunque rifiuti il vaccino

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Il presidente delle Filippine Rodrigo Duterte ha minacciato di mandare in prigione chiunque rifiuti un vaccino contro il coronavirus.

 

«C’è una crisi in questo Paese. C’è un’emergenza nazionale», ha detto Duterte durante un programma televisivo settimanale lunedì sera, che includeva un monologo pieno di imprecazioni contro coloro che hanno scelto di non farsi vaccinare.

 

«Se non vuoi farti vaccinare, ti farò arrestare», ha aggiunto Duterte. “Non forzare la mia mano a usare un metodo forte. Nessuno lo vuole».

 

«Se non vuoi farti vaccinare, ti farò arrestare»

Duterte ha continuato a esortare chiunque non volesse essere vaccinato a «lasciare le Filippine» e ad andare altrove, come in India o in America.

 

Duterte, un leader uomo forte che ha usato a lungo atti di violenza, minacce e appelli alla violenza come parte della sua politica, si è quindi detto «esasperato» dai cittadini che hanno scelto di non prestare attenzione al governo sulla vaccinazione, prima di ordinare a tutti i funzionari locali di guardare per coloro che rifiutano di essere immunizzati.

 

Edre Olalia, presidente dell’Unione nazionale degli avvocati dei popoli, ha detto in una dichiarazione al New York Times che il carcere per chi rifiuta le iniezioni  sarebbe illegale.

 

Duterte ha continuato a esortare chiunque non volesse essere vaccinato a «lasciare le Filippine» e ad andare altrove, come in India o in America

«Non esiste una legge che autorizzi specificamente il presidente a ordinare tali arresti per tali motivi, anche se si tratta di un’emergenza sanitaria», ha affermato Olalia.

 

Il portavoce di Duterte, Harry Roque, un ex avvocato per i diritti umani, ha detto martedì che nella giurisprudenza filippina un presidente può imporre la vaccinazione obbligatoria. Ma ha detto che questo dovrebbe essere supportato dalla legislazione.

 

Le autorità filippine  hanno cercato di acquisire più vaccini e si sono assicurate un contratto di fornitura per 40 milioni di colpi da Pfizer-BioNTech. Il Paese ha circa 12,7 milioni di dosi, la maggior parte da Sinovac in Cina – un vaccino sempre più malvisto dalla comunità internazionale.

 

I filippini hanno più di qualche motivo per la sua esitazione nei confronti della siringa: c nel 2017, il governo ha interrotto un programma di immunizzazione contro la dengue dopo che i vaccini Dengvaxia sviluppati dalla società farmaceutica francese Sanofi erano stati collegati a una forma grave della malattia

Tuttavia  il programma di vaccinazione filippino è stato ostacolato dai colli di bottiglia della distribuzione e dai timori dell’opinione pubblica – che ha più di qualche motivo per la sua esitazione nei confronti della siringa: come riportato da Renovatio 21, nel 2017, il governo ha interrotto un programma di immunizzazione contro la dengue dopo che i vaccini Dengvaxia sviluppati dalla società farmaceutica francese Sanofi erano stati collegati a una forma grave della malattia.

 

Più di 830.000 scolari avevano ricevuto l’iniezione e dozzine di morti sono state segnalate quando è stato fermato. All’epoca, a differenza di oggi, il governo di Duterte fu particolarmente duro con Big Pharma.

 

Duterte è stato eletto su una piattaforma politica basata su una strage – letteralmente: ha promesso l’eliminazione fisica di spacciatori e drogati. Lo shabu, la metanfetamina più utilizzata nell’arcipelago, sta venendo di fatto fermato in questo modo: con uccisioni massive. «Inquinerò la baia di Manila con i corpi dei criminali» disse Duterte in campagna elettorale. La promessa politica pare mantenuta.

 

Nella sua vita, il Duterte si è vantato di aver ucciso un uomo (accusa che gli è stata poi rivolta contro, ma senza prove) così come ha scherzato sullo stupro di gruppo e assassinio della bella missionaria australiana Jaqueline Hamill da parte di terroristi islamici filippini: dopo  aver esaminato il suo cadavere e di aver detto che «sarebbe dovuto andare per primo». È noto inoltre per aver fatto ingoiare una sigaretta accesa ad un turista che fumava dove era proibito.

 

Più di 830.000 scolari avevano ricevuto l’iniezione di Dengvaxia e dozzine di morti sono state segnalate quando è stato fermato. All’epoca, a differenza di oggi, il governo di Duterte fu particolarmente duro con Big Pharma

Non ci è chiaro, al momento, se durante lo sproloquio di totalitarismo vaccinale, il nostro abbia usato nei confronti dei connazionali non vaccinati (grandemente terrorizzati dall’esito della campagna del Dengvaxia, che scatenò dimostrazioni pubbliche numerosissime) la sua parola preferita, «puntang ina» cioè, più o meno «figlio di puttana».

 

Con questa espressione egli apostrofa chiunque gli dia fastidio, compreso il Bergoglio che aveva intasato con la Giornata Mondiale della Gioventù («Papa, putang ina, torna a casa. Non visitare più qui», twittò)il traffico di Manila e pure Barack Obama, chiamato in un’altra occasione «nero putang ina».

 

Anche gli uomini duri, davanti al bivio pandemico, possono rivelarsi per quello che sono veramente: persone che non proteggono il proprio popolo. Cioè: dominatori illegittimi, tiranni.

 

 

 

 

 

 

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