Intelligenza Artificiale

Robot subacqueo dalle sembianze umane si aggira per le profondità marine

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Nuovo caso di robot inquietante in circolazione, questa volta sott’acqua.

 

Al fine esplorare profondità sommerse dell’oceano è stato approntato un robot dall’aspetto inquietante che disporrebbe di un senso del tatto «umano».

 

A crearlo sono stati gli scienziati della Stanford University. Il robot umanoide acquatico è chiamato OceanOneK e ha appena concluso un’altra spedizione in profondità il mese scorso.

 

Questa operazione è una delle tante, dai sottomarini affondati ai relitti di aeroplani, riporta la CNN.

 

 

Costruito per assomigliare a un subacqueo umano, OceanOneK ha braccia e mani controllabili a distanza, occhi capaci di visione 3D e un sistema di feedback tattile che consente all’operatore di sentire in sicurezza la pressione e la resistenza dell’acqua e persino degli oggetti.

 

Il cervello con AI del robot può intuire la forza necessaria per interagire con gli oggetti senza danneggiarli, il che è estremamente importante se si desidera utilizzare OceanOneK per recuperare manufatti rari, opere d’arte e reperti nascosti nelle profondità dei mari ed estremamente delicate.

 

Il robot in questione offre un’esperienza di immersione molto più coinvolgente rispetto ai più convenzionali veicoli subacquei (ROV) comandati a distanza.

 

A profondità che i subacquei umani possono solo ancora sognare, OceanOneK rimane incredibilmente resistente e ha dimostrato di resistere a livelli di pressione a quasi 3.280 piedi sotto la superficie.

 

OceanOneK ha debuttato nel 2016 con la sua esplorazione della nave affondata di re Luigi XIV e da allora il suo team ha sviluppato diversi miglioramenti. Di recente il robot ha posizionato una telecamera all’interno di un piroscafo distrutto e ha recuperato manufatti dalla tomba acquosa di un’antica nave romana.

 

L’umanoide subacqueo potrebbe persino avere un imminente successore progettato per lo spazio. La CNN ha riportato che l’Agenzia Spaziale Europea (ESA) ha espresso interesse.

 

L’ascesa dei robot nel mondo moderno si fa ogni giorno più inquietante.

 

Come riportato da Renovatio 21, un nuovo robot dall’aspetto e dal volto «umano» è stato immesso sul mercato con il nome di Ameca, il quale è «progettato come piattaforma per l’intelligenza artificiale e l’interazione uomo-robot» e sarà usato non per le esplorazioni estreme, bensì nella vita di tutti i giorni. 

 

Questo nuovo prodotto è principalmente nato come «robotica di servizio» e sicuramente ci vorranno altri 10 o 20 anni prima che Ameca si mescoli con i veri umani.

 

Questo nuovo robot può tracciare i volti delle persone utilizzando le due telecamere installate in ciascuno dei suoi occhi.

 

È un esempio di robotica umanoide portata alla sua logica conclusione e un’impressionante prodezza di ingegneria che mostra fino a che punto è arrivata la tecnologia.

 

Siamo sempre più vicini alla cosiddetta Uncanny Valley, la «zona del perturbante» di cui ha trattato professore di robotica Masahiro Mori. Il Mori ipotizzò, già nel 1970, che gli oggetti umanoidi che assomigliano imperfettamente a veri esseri umani provocano sentimenti inquietanti e/o repulsivi negli osservatori umani. L’ipotesi della Uncanny Valley prevede che un oggetto che appare quasi umano rischierà di suscitare sentimenti freddi e inquietanti negli spettatori.

 

Androidi umanizzanti a parte, rimane il tema della libera circolazione dei robot sul nostro territorio (e, a questo punto, nei nostri mari).

 

È il caso, prontamento riportato da Renovatio 21, dei celebri robocani ora a spasso anche per le campagne umbre. Sì: non solo il confine USA-Messico o l’Himalaya militarizzata dalle tensioni India-Cina: cani robotici sono a spasso anche per i campi e i boschi del perugino.

 

Nell’attesa, si intende, di vederli pattugliare le nostre strade per imporre il lockdown, come si è visto a Shanghai.

 

Trovateci un altro sito che vi avverta anche di queste cose. Davvero: trovatecelo.

 

 

 

Immagine screenshot da YouTube

 

 

 

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