Intelligenza Artificiale

Robot Killer, la NATO ha schierato sul campo il suo primo esemplare

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I Paesi Bassi hanno dispiegato diversi veicoli terrestri armati e senza pilota (UGV), così da diventare il primo paese della NATO a farlo, creando un precedente allarmante per l’uso di robot killer sul campo di battaglia da parte dell’Occidente. Lo riporta Futurism.

 

Robot alimentati dall’Intelligenza Artificiale soprannominati Tracked Hybrid Modular Infantry Systems (THeMIS), sono stati sviluppati dalla società di difesa estone Milrem Robotics e sono stati inviati in Lituania lo scorso settembre.

 

Armati di cingoli da carro armato, possono ospitare diverse armi. Le immagini pubblicate dall’esercito olandese mostrano le macchine simili a carri armati equipaggiate con mitragliatrici.

 

«Abbiamo dispiegato quattro macchine [senza equipaggio] armate all’interno di un esperimento operativo», ha detto il tenente colonnello Sjoerd Mevissen, comandante del sistema robotico e autonomo dell’esercito reale olandese, alla testata militare Jane’s. «Per quanto ne so, non l’abbiamo mai visto prima in Occidente».

 

«Le macchine sono state consegnate per uso sperimentale in un’unità operativa in un ambiente di rilevanza militare», ha continuato il colonnello. «Questi non sono semplicemente test su un campo di allenamento».

 

L’invio dei robot in Lituania, Paese che esprime in modo diretto la sua inimicizia nei confronti di Mosca, non è un segnale di distensione nei confronti dei Paesi al di fuori della NATO. Lo spazio lituano è quello che si chiama un «ambiente di rilevanza militare».

 

«Siamo sotto gli occhi e le orecchie diretti dei russi», ha detto Mevissen nella dichiarazione, «e come tali in un ambiente semi-operativo».

 

Anche se questo potrebbe essere il primo dispiegamento ufficiale della NATO di UGV, non sono i primi ad essere schierati.

 

Come riportato da Renovatio 21, l’esercito russo sta allestendo la sua prima unità militare armata che include carri armati robotici killer.

 

Il carro armato a pilotaggio remoto, chiamato Uran-9, può essere  equipaggiato con torrette automatiche da 30 mm, lanciafiamme e missili anticarro: un altro segno che ci stiamo dirigendo verso un futuro in cui i sistemi d’arma automatizzati si sfideranno sul campo di battaglia. L’esercito russo pare sita correndo avanti con il loro sviluppo.

 

Anche se da qualche tempo i delegati delle Nazioni Unite stanno discutendo possibili regolamenti per controllare l’utilizzo dei robot killer autonomi, la Russia, tuttavia, ha già preso una posizione netta, che, come spesso accade, appare in controtendenza contro il consenso transnazionale – che sappiamo bene essere spesse volte molto ipocrita. Il delegato russo è dell’opinione che la comunità globale non ha bisogno di nuove regole o regolamenti per disciplinare l’uso di robot killer.

 

Anche l’esercito del Regno Unito sta per ridurre il proprio numero di soldati a favore di robot militari.

 

Parte di questa ristrutturazione delle forze armate consiste nell’investire maggiormente in robot, droni e altri strumenti di combattimento ad alta tecnologia. Nel complesso, l’aggiornamento rappresenta un adattamento al volto mutevole della guerra, con un’enfasi maggiore sulla guerra informatica rispetto alle truppe di terra.

 

Questo dispiegamento militare da parte della NATO è un grosso problema e potrebbe cementare ulteriormente l’inizio di una nuova era nella tecnologia militare.

 

Ma il fronte militare di queste nuove e inquietanti tecnologie non si «combatte» solo in territorio europeo: la Cina sta impiegando armi robotiche lungo i suoi confini con l’India. Si tratta di piccoli cingolati dotati di mitragliatore. Uno dei modelli, lo Sharp Claw, è dotato anche di visione notturna. Si dice che lo Sharp Claw misuri 70 centimetri di lunghezza, 60 centimetri di altezza e 120 chilogrammi (264,6 libbre) di peso. 88 unità Sharp Claw sono state impiegate in Tibet.

 

Non si tratta dell’unico robot militare realizzato dalla Cina. Vi sarebbe anche il Mule200, un veicolo di trasporto. In Tibet, dove corre il confine problematico con l’India, l’Esercito di Liberazione del Popolo ne ha portati 120. In Himalaya l’esercito cinese avrebbe altresì portato esemplari di «yak meccanico».

 

Tuttavia, al momento, Cina e India non si stanno combattendo con androidi assassini ma con soldati che, ad alta quota, si picchiano come fabbri ferrai.

 

 

 

 

 

 

Immagine di Milrem Robotics via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-ShareAlike 4.0 International (CC BY-SA 4.0)

 

 

 

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