Alimentazione

Rivolte per il cibo in Sri Lanka

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Manifestanti arrabbiati per l’impennata dei prezzi dei beni di consumo quotidiani, compreso il cibo, hanno bruciato le case di 38 politici dello Sri Lanka mentre il Paese colpito dalla crisi è precipitato ulteriormente nel caos, con il governo che ha ordinato alle truppe di «sparare a vista».

 

La polizia cingalese ha detto martedì che oltre alle case distrutte, altre 75 sono state danneggiate mentre l’ira dei cittadini srilankesi continua a sfidare il coprifuoco nazionale per protestare contro quella che dicono essere la cattiva gestione da parte del governo della peggiore crisi economica della nazione insulare dal 1948.

 

Lo scorso il ministero della Difesa ha ordinato alle truppe di sparare a chiunque sia stato trovato danneggiato proprietà statali o aggredito funzionari.

 

La violenza ha provocato la morte di almeno nove persone da lunedì, secondo la CNN; non è chiaro se tutte le morti fossero direttamente correlate alle proteste. Più di 200 persone sono rimaste ferite.

 


La nazione di 22 milioni di persone è alle prese con una devastante crisi economica, con i prezzi dei beni di tutti i giorni in aumento e da settimane si registra una diffusa carenza di elettricità. Da marzo migliaia di manifestanti anti-governativi sono scesi in piazza, chiedendo le dimissioni del governo.

 

Martedì, i militari hanno dovuto salvare il primo ministro uscente Mahinda Rajapaksa in un’operazione prima dell’alba, poche ore dopo le sue dimissioni a seguito di scontri tra manifestanti pro e anti-governativi. I militari sono stati chiamati dopo che i manifestanti hanno tentato due volte di violare il complesso della residenza privata di Temple Trees del Primo Ministro durante la notte, ha detto alla CNN una fonte di sicurezza di alto livello.

 

Le dimissioni di Rajapaksa sono arrivate dopo che lunedì le riprese televisive in diretta hanno mostrato sostenitori del governo, armati di bastoni, che picchiavano i manifestanti in diverse località della capitale e demolivano e bruciavano le loro tende. Decine di case sono state date alle fiamme in tutto il paese in mezzo alle violenze, secondo i testimoni con cui ha parlato la CNN.

 

Le truppe armate sono state dispiegate per disperdere i manifestanti mentre le riprese video mostravano la polizia che sparava gas lacrimogeni e cannoni ad acqua.

 

Non è chiaro se il coprifuoco e le dimissioni del presidente del Consiglio saranno sufficienti a tenere a freno la situazione sempre più instabile del Paese.

 

Molti manifestanti affermano che il loro obiettivo finale è costringere il presidente Gotabaya Rajapaksa – il fratello del primo ministro – a dimettersi, cosa che finora non ha mostrato alcun segno di fare.

 

I fratelli Rajapaksa, come premier e ministro della difesa, sono responsabili anche dell’apparente fine del conflitto con il Tamil Eelam, ossia il nord del Paese abitato da separatisti Tamil, le famose Tigri Tamil. La battaglia finale del maggio 2009 potrebbe aver lasciato decine migliaia di cadaveri sul campo, con successive voci di pulizia etnica contro i Tamil maschi con più di 16 anni, tuttavia la Comunità internazionale non ha mosso un dito – i Tamil non hanno padrini in nessuna nazione straniera, nemmeno in India, e il tradimento di Nuova Delhi costò al premier Rajiv Gandhi (figlio di Indira, marito di Sonia) la morte per mano di un attentato delle Tigri.

 

La catastrofe alimentare in Sri Lanka viene ascritta anche dai locali dall’implementazione dell’agricoltura biologica, con qualche comemntatore che punta il dito direttamente sulla politica degli ESG (Environmental, social, and corporate governance), strumento di gestione aziendale sospinto dal World Economic Forum di Davos per il reset dell’economia globale a partire dalle società private.

 

Come riportato da Renovatio 21, lo Sri Lanka il mese scorso ha subito vari blackout.

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