Grande Reset

«Ristrutturazione profonda, sistemica e strutturale del nostro mondo»: Klaus Schwab parla al G20

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Per qualche ragione, al G20 indonesiano era presente anche il guru del World Economic Forum Klaus Schwab.

 

È utile ricordare che l’uomo di Davos non è stato eletto da nessuno, né poteva essere lì in rappresentanza di qualche Nazione: anzi, egli predica un mondo dove le politiche da implementare vadano ben al di sopra dei confini tra gli Stati.

 

Il discorso di Schwab a Bali ha avuto il suo climax quando l’occhialuto e pelato globalista, da molti ormai riconosciuto come la possibile trasposizione nella vita reale di un cattivo dei vecchi film di James Bond, ha parlato di un supposto «bisogno di ristrutturazione» dell’ordine mondiale.

 

Potete vedere e sentire con i vostri occhi e le vostre orecchie l’eloquenza di questo minutino dello Schwab arrivato nel più alto consesso mondiale.

 

 

 

«Naturalmente, se si guardano a tutte le sfide, si può parlare di multicrisi, economica, politica, sociale, ecologica e istituzionale» ha dichiarato dal palco lo Schwab. «Ma in realtà ciò che dobbiamo affrontare è una ristrutturazione profonda, sistemica e strutturale del nostro mondo. E questo richiederà del tempo, poiché il mondo avrà un aspetto diverso dopo che avremo attraversato questo processo di transizione».

 

In pratica, il Grande Reset servito evitando la parola, perché il brand, forse riesce ad ammetterlo pure lui, è un po’ sputtanato, e il solo pronunziare il binomio provoca risentimento nella sempre più vasta porzione della popolazione che ha compreso che ciò che sta accadendo segue un piano mondialista definito ed addirittura mostrato pubblicamente come un vanto dai suoi perpetratori come Schwab.

 

Ricordiamo che la ristrutturazione di cui parla Schwab non riguarda solo l’economia e l’industria (la «Quarta Rivoluzione Industriale» annunciata da Schwab nel suo libro omonimo, vero Necronomicon del Grande Reset)  né la sola alimentazione (con la spinta al consumo di insetti) né i soli consumi della società (con la guerra ai combustibili fossili e alle automobili private), né il solo tracciamento delle attività umane (con i carbon tracker), né l’educazione (con i vostri figli messi nel metaverso), né la farmaceutica (con i chip piazzati nei medicinali) e nemmeno solo i fondamenti stessi della cittadinanza così come la conosciamo («non possiederai nulla e sarai felice»).

 

La ristrutturazione di cui parla Schwab, seguendo il suo pensiero, potrebbe ricordare l’essenza stessa del cervello umano, con chip cerebrali in grado di scansionare la mente delle persone per trovarvi idee sbagliate, e via con valanghe di transumanismo teorizzato e discusso apertis verbis dallo Schwab in questi anni.

 

«Politicamente, le forze guida per questa trasformazione politica, sono certamente la transizione verso un mondo multipolare, che ha la tendenza a rendere il nostro mondo molto più frammentato» ha continuato a Bali l’uomo di Davos.

 

Questa concessione al mondo non unipolare, e al valore della politica, non tragga in inganno: come riportato da Renovatio 21, lo Schwab si è pubblicamente vantato di aver «penetrato» (sic) vari governi in tutto il mondo; una generazione di allievi del WEF, gli Young Global Leaders, ora sono nelle stanze dei bottoni di molti Paesi importanti e meno importanti.

 

Basti pensare che una di essi, ora associata in vari modi alla cricca di Davos, la vicepremier canadese Chrystia Freeland (già nota per la sua repressione totale dei camionisti che rifiutavano l’obbligo vaccinale, a cui ha chiuso i conti in banca), potrebbe diventare segretario NATO: le idee del WEF verranno quindi unite alla più grande potenza militare della Storia, con tanto di armi termonucleari a disposizione?

 

Contrariamente ai discorsi sul mondo multipolare, andiamo verso un nuovo ordine mondiale unipolare guidato invece che dagli USA, da Davos?

 

 

 

Immagine screenshot da YouTube

 

 

 

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