Bioetica

Riesaminare la bioetica dell’«autonomia del corpo»

Pubblicato

il

Renovatio 21 traduce questo articolo di Bioedge.

 

 

La parola d’ordine che attraversa la rumorosa controversia sull’abrogazione da parte della Corte Suprema degli Stati Uniti di Roe v. Wade è «autonomia riproduttiva». Questo concetto è sollevato su un piedistallo come l’ideale liberale per il quale le donne americane dovrebbero lottare.

 

Ma ci sono altri, più sfumati, punti di vista sull’autonomia, visti soprattutto attraverso una lente femminista.

 

In una rivista europea chiamata Medicine, Health Care and PhilosophyJi Young Lee, dell’Università di Copenaghen, sostiene che «questa lettura liberale dell’autonomia riproduttiva ci offre solo una comprensione etica limitata di ciò che è in gioco in molti tipi di scelte riproduttive, in particolare quando si tratta di usi diversi delle tecnologie riproduttive e della riproduzione di terze parti».

 

La studiosa continua affermando:

 

«Plausibilmente, quindi, l’autonomia riproduttiva è una buona cosa – qualcosa a cui sarebbe del tutto ragionevole, se non ideale, aspirare nel processo decisionale riproduttivo. Tuttavia, gli ambienti sociali oppressivi e inegualitari che costituiscono il nostro mondo non ideale complicano il potere eticamente esplicativo di un quadro liberale di autonomia riproduttiva. Questo perché il quadro liberale da solo non coglie completamente la questione di chi beneficia di quali opzioni riproduttive, l’ entità dei rischi e dei danni coinvolti nei vari interventi riproduttivi e le ragioni per il motivo per cui le persone sono spinte a fare determinate scelte riproduttive».

 

«Ritengo che questi fattori costituiscano tre limiti principali del quadro liberale. Questo dovrebbe fornirci ragioni sufficienti per dubitare dello status dell’autonomia riproduttiva liberale come ideale etico prevalente per il processo decisionale riproduttivo».

 

Il modello liberale di autonomia, sostiene, privilegia il libero processo decisionale. Ma una visione più sana, che lei chiama «autonomia relazionale», tiene conto dei costi della decisione e delle ragioni per cui la decisione viene presa. Non basta avere «opzioni»; bisogna anche esaminare il contenuto ei limiti delle opzioni.

 

Usa l’esempio del congelamento degli ovuli, un metodo riproduttivo che consente alle donne di avere una carriera e anche di vivere la maternità. Aziende come Facebook e Apple lo stanno offrendo come vantaggio occupazionale.

 

Ma chi ne beneficia davvero: le donne o l’azienda?

Conclude che i bioeticisti hanno bisogno di «prendere le visioni relazionali dell’autonomia come base di partenza per ulteriori discussioni, e da lì porre domande critiche sulla natura e sul contenuto del processo decisionale riproduttivo che non si basano semplicemente sulle condizioni liberali della scelta».

 

 

Michael Cook

 

 

 

Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.

Più popolari

Exit mobile version