Intelligenza Artificiale

«Regolate l’Intelligenza Artificiale o gli esseri umani saranno hackerati»

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Yuval Harari è ora un filosofo sociale di fama mondiale, autore di bestseller tradotti anche in Italia come Sapiens. Da animali a dèi, , Homo Deus, 21 lezioni per il XXI secolo. Renovatio 21  ha avuto modo di parlare delle sue idee e della sua ampia influenza sui dirigenti delle grandi società di tecnologia più di due anni fa.

 

Harari ha ora lanciato un duro avvertimento: dobbiamo iniziare a regolamentare l’Intelligenza Artificiale, perché altrimenti le grandi aziende saranno in grado di «hackerare» gli esseri umani.

 

Harari ritiene che la sofisticazione in rapida crescita dell’IA potrebbe portare a una popolazione di «umani hackerati», secondo dichiarato alla trasmissione TV 60 Minutes della CBS.

 

Per affrontare questo problema, Harari chiede ai leader mondiali di iniziare a regolamentare l’Intelligenza Artificiale e gli sforzi di raccolta dati da parte delle grandi aziende.

 

«Hackerare un essere umano significa conoscere quella persona meglio di quanto conosca se stesso», ha detto l’israeliano al programma televisivo. «E sulla base di questo, per manipolarti sempre di più».

 

Al centro del problema c’è la proliferazione di aziende tecnologiche la cui attività sta raccogliendo enormi quantità di dati sui propri utenti. Harari teme che le persone stiano cedendo sempre più le loro vite personali a entità private che non hanno a cuore i loro interessi.

 

«Netflix ci dice cosa guardare e Amazon ci dice cosa comprare», ha detto nel programma. «Alla fine entro 10 o 20 o 30 anni tali algoritmi potrebbero anche dirti cosa studiare al college e dove lavorare e chi sposare e persino per chi votare».

 

Harari ha esortato le nazioni a prendere sul serio la minaccia di una potente Intelligenza Artificiale, suggerendo di mettere in atto limitazioni chiare e rigorose per garantire che i dati non vengano utilizzati per manipolare il pubblico. 

 

«Certamente, ora siamo al punto in cui abbiamo bisogno di una cooperazione globale. Non puoi regolare la potenza esplosiva dell’intelligenza artificiale a livello nazionale», sostiene quello che fino a ieri era un maitre-à-penser della Silicon Valley.

 

Per Harari i dati non dovrebbero mai essere concentrati in un solo luogo, perché  «questa è una ricetta per una dittatura».

 

È una prospettiva agghiacciante ma plausibile, soprattutto ora che alcune aziende tecnologiche stanno cercando di convincere gli utenti a rifiutare completamente la realtà fisica e ad abbracciarne una virtuale di propria creazione – stiamo parlando, ovviamente, del Metaverso, il concetto di interazione immersiva totale per il quale la società Facebook ha perfino cambiato il suo nome: ora si chiama, appunto, meta.

 

Come riportato da Renovatio 21, Facebook si è già portata avanti col lavoro tentando di elaborare un dispositivo in grado di leggere il cervello dei suoi utenti.

 

 

 

 

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