Psicofarmaci

Ragazzo droga il tè di suo padre con psicofarmaci per rubargli le criptovalute

Pubblicato

il

Un ragazzo di 24 anni di Bethesda, nel Maryland, ha deciso di mettere le mani sulle criptovalute di suo padre (che ammonterebbero a 400.000 dollari) drogandogli il tè con degli psicofarmaci. Lo riporta il Washington Post.

 

In un impeto di disperazione, L.G., che starebbe lottando con l’abuso di droghe, ha deciso di avvelenare suo padre con dei farmaci antidepressivi in modo da poter accedere ai suoi fondi tramite il suo cellulare.

 

«È una storia cupa la quale mostra che l’abuso di droghe e l’ossessione per le criptovalute possono creare un mix letale» scrive Futurism. «In effetti, un certo numero di cliniche di riabilitazione stanno iniziando a offrire ai tossicodipendenti un modo per controllare in modo specifico la loro ossessione per le criptovalute».

 

Il ragazzo ha quindi corretto il tè di suo padre con la benzodiazepina, un farmaco tranquillante dello stesso tipo dello Xanax.

 

I soccorritori hanno trovato il genitore crollato a terra due giorni dopo l’assunzione del tè alterato. L’uomo si è ripreso dopo quattro giorni di ospedale.

 

Il giovane e suo padre erano stati in grado di incassare 350.000 dollari al netto delle tasse attraverso un conto di investimento in criptovalute nel 2018.

 

In quel periodo il giovanotto ha iniziato la sua dipendenza dalle droghe assumendo quantità importanti di benzodiazepine, Adderrall e cocaina. Il giovane ha quindi iniziato a diventare sempre più paranoico riguardo alle criptovalute.

 

Il 24enne si è reso conto troppo tardi che la sua tolleranza agli antidepressivi era molto più alta di quella di suo padre.

 

Il ragazzo mirava solo a far addormentare suo padre, non a ricoverarlo in ospedale, ha detto in seguito al Post.

Il giovane, che non aveva precedenti penali, si è dichiarato colpevole di un’accusa di aggressione di primo grado dopo aver raggiunto un accordo con la giustizia. Ha trascorso 125 giorni in prigione, secondo il giornale, e altri due mesi in riabilitazione per la sua dipendenza dalla droga e per la sua salute mentale.

 

Gli psicofarmaci utilizzati per il crimine, così come parte di quelli assunti dal ragazzo tossico, sono ottenibili in farmacia dietro prescrizione. Le alterazioni del comportamento che essi possono indurre sono quindi evidenti.

 

Un episodio come questo ci ricorda che gli psicofarmaci sono droghe, e di tipo assai pericoloso, perché attaccano il cervello, il comportamento, l’animo umano.

 

La dipendenza da benzodiazepine è un tema di cui si discute sempre di più, nonostante la spirale del silenzio farmaceutica. In Veneto esiste una clinica per curarla.

 

Il celeberrimo psicologo e scrittore Jordan Peterson ha raccontato in diversi video le sue disavventure con la dipendenza da benzodiazepine, che lo ha tenuto fuori da tutto per almeno un anno. Un ospedale in Serbia, dove era stato portato per curarsi, gli aveva diagnosticato l’acatisia, una condizione di irrequietezza legata all’interruzione delle benzodiazepine.

 

Al momento, nessuno, nell’arco politico dei Paesi sviluppati, vuole minimamente mettere in questione la pericolosità delle psicodroghe farmaceutiche.

 

Tuttavia, in alcuni Stati africani, gli psicofarmaci sono proibiti per legge, ed equiparati alle droghe considerate illegali anche da noi.

 

 

 

 

 

Più popolari

Exit mobile version