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Quarta dose agli immunodepressi. Probabilmente non abbiamo capito bene

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L’agenzia ANSA riporta che la «Commissione tecnico scientifica dell’Agenzia italiana del farmaco (AIFA)» – perché anche l’ANSA ha un suo CTS interno, apprendiamo – avrebbe dato il «via libera» alla quarta dose di vaccino mRNA per «per i soggetti gravemente immunodepressi».

 

«La CTS di Aifa si è riunita ieri ed ha espresso parere favorevole inviato al ministero della Salute».

 

Ci sono un paio di cose che, ammettiamo, non abbiamo capito.

 

La prima: ci pareva che vi fosse tanta cautela inte sulla quarta dose. Certo, alcuni Paesi si erano buttati a pesce. Altri invece avevano eloquentemente morso il freno. Poi c’era il caso di Israele: il primo a fare una sperimentazione, con il premier Bennet che si spende di persona, all’ospedale Sheba Medical Center di Tel Aviv e dove avveniva l’esperimento, per assicurare quale manna sarebbe stata per la salute del popolo. I risultati dell’esperimento gli diedero torto, con grande scorno del governo. I medici, dissero, che la quarta dose contro la Omicron aveva solo un’efficacia «parziale».

 

Alcuni scienziati avevano quindi parlato di «affaticamento del sistema immunitario» (proprio quello che è depresso negli immunodepressi).

 

Poi c’è il non sequitur degli immunodepressi. Se uno ha il sistema immunitario compromesso, cosa reagisce alla sostanza iniettata?

Poi c’è il non sequitur degli immunodepressi. Se uno ha il sistema immunitario compromesso, cosa reagisce alla sostanza iniettata?

 

Chiediamo perché chi ha fatto la battaglia antivaccinista negli anni della legge Lorenzin (grande anticipazione, con i medesimi attorni nazionali ed internazionali, di cosa sarebbe successo con il COVID) si ricorda l’argomento che i vaccinari usavano quando messi alle corde: dovete vaccinare i vostri figli per il bene dei loro compagni immunodepressi. I quali, ci dicevano, non possono vaccinarsi, perché privi di risposta immunitaria adeguata all’iniezione. Quindi, per non far circolare le malattie, si doveva vaccinare tutti i bambini (come da obbligo) tranne gli immunodepressi.

 

Per la cronaca: poco contava, all’epoca, ribattere che bambini immunodepressi a scuola di tuo figlio non ce ne erano. L’importante, per la massa bovina – la massa vaccina – era la propaganda fatta calare dal potere, con le immagini di bambini leucemici, articoli su mamme di bambini immunocompromessi (magari per la chemio?) che strepitavano perché «mio figlio non può andare a scuola per l’egoismo di alcuni genitori no vax».

 

Così, siamo stati presi di sorpresa qualche mese fa quando ci siamo accorti che invece stavano iniziando a vaccinare gli immunodepressi per primi.

 

Renovatio 21 aveva intervistato una dottoressa con decenni di esperienza sul campo e che stava su posizioni, importante dirlo, storicamente vacciniste – questo prima del vaccino mRNA.

 

La dottoressa ci raccontò quindi che al punto 4.4 la scheda tecnica di Comirnaty (altro nome del vaccino Pfizer) scriveva, testuale: «soggetti immunocompromessi. L’efficacia, la sicurezza e l’immunogenicità del vaccino non sono state valutate nei soggetti immunocompromessi, compresi quelli in terapia immunosoppressiva. L’efficacia di Comirnaty potrebbe essere inferiore nei soggetti immunocompromessi».

 

La dottoressa era piuttosto colpita: la campagna vaccinale pareva procedere indiscriminatamente. «Devo ancora conoscere malato che non soddisfi i criteri di arruolamento: vaccinano tutti, anche pazienti immunosoppressi da chemioterapia in atto. In barba a quanto scritto, seppur con vago e generico accenno, nella scheda tecnica di questo prodotto, sia esso targato Pfizer o Moderna».

 

Parlando degli immunodepressi solo raramente vaccinati, diceva la dottoressa, «per questi pazienti non vaccinabili, il SSN prevede offerta gratuita del vaccino anti-influenzale (prima che stagione influenzale abbia inizio) a familiari e contatti sani del malato, per creare attorno a lui una sorta di cordone sanitario. E stiamo in questo caso parlando di vaccini approvati e collaudati da pluri-decennale utilizzo».

 

Ora chiediamo: vi sono nuovi studi sull’efficacia del vaccino sugli immunodepressi?

 

Vi sono studi sulla sua sicurezza, iniettato in persone con sistema immunitario compromesso?

 

Dalle note dell’agenzia stampa non è dato sapere.

 

Tuttavia una cosa è chiara: le cose sono tanto, tanto cambiate.

 

 

 

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