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Putin ribadisce che l’Ucraina nella NATO è una minaccia per la Russia

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Il presidente russo Vladimir Putin, parlando all’indomani del vertice NATO dell’11-12 luglio, ha ribadito che l’adesione dell’Ucraina alla NATO rappresenta una minaccia per la Russia.

 

In risposta alla prima domanda dei media nelle sue osservazioni di ieri dopo la sessione plenaria di un Forum tecnologico, Putin ha dichiarato che «per quanto riguarda l’adesione dell’Ucraina alla NATO, come abbiamo detto molte volte, questo ovviamente crea una minaccia alla sicurezza della Russia. Infatti, la minaccia dell’adesione dell’Ucraina alla NATO è la ragione, o meglio una delle ragioni dell’operazione militare speciale».

 

L’adesione alla NATO non aumenterà la sicurezza dell’Ucraina, ha proseguito Putin: «sono certo che nemmeno questo migliorerebbe in alcun modo la sicurezza dell’Ucraina. In generale, renderà il mondo molto più vulnerabile e porterà a maggiori tensioni nell’arena internazionale».

 

Parlando delle consegne di armi a Kiev, Putin ha osservato che «per quanto riguarda le forniture di armi, armi diverse, abbiamo visto quante speranze erano riposte su missili a gittata relativamente lunga. E allora? Sì, stanno facendo dei danni ma non svolgono alcun ruolo critico nella zona delle ostilità. Lo stesso vale per carri armati stranieri e veicoli da combattimento di fanteria. Fino a ieri sera, solo dal 4 luglio, sono stati distrutti 311 carri armati. Di questo numero, gran parte, credo almeno un terzo, erano di fattura occidentale, compresi i Leopard».

 

Putin ha sottolineato che l’Ucraina ha il diritto di garantire la propria sicurezza, ma non a spese dei suoi vicini.

 

«Per quanto riguarda la sicurezza, abbiamo detto più volte che tutti i Paesi hanno il diritto di garantire la propria sicurezza e di scegliere la strada per arrivarci che ritiene sia la migliore per sé. C’è solo un limite legato al fatto che mentre si cerca di raggiungere la sicurezza di un paese, la sicurezza di un altro Paese non deve essere messa a repentaglio. Pertanto, operiamo partendo dal presupposto che tale principio, più volte espresso in diversi documenti internazionali, verrà tenuto in considerazione. Senza dubbio, l’Ucraina ha il diritto di garantire la propria sicurezza», ha affermato Putin.

 

Putin ha inoltre osservato che la bozza di accordo tra Mosca e Kiev, messa insieme a Istanbul nel marzo 2022, prevedeva garanzie dettagliate per la sicurezza dell’Ucraina, spiegando: «a proposito, la bozza di documento che ho menzionato più volte, vale a dire la bozza di accordo tra Russia e Ucraina, che è stata messa insieme a Istanbul e poi espulsa dal regime ucraino, ha esposto in dettaglio le questioni relative alla garanzia della sicurezza dell’Ucraina. Avevamo bisogno di più tempo per vedere se eravamo d’accordo con ciò che diceva, ma penso che quel documento fosse nel complesso accettabile».

 

Come riportato da Renovatio 21, la bozza del documento dell’accordo di pace è stata mostrata pochi giorni fa da Putin ad una delegazione africana.

 

Poi accadde che l’accordo fu fatto saltare da Kiev dopo una visita repentina di Boris Johnson a Zelens’kyj. Si noti che si era a un mese dall’inizio del conflitto. Il numero delle vite umane che si potevano risparmiare è nell’ordine delle centinaia di migliaia.

 

Il fine dell’Occidente non era, ovviamente, salvare il popolo ucraino, ma creare danno alla Russia, con il sogno mostruosamente proibito del regime-change a Mosca, ossia detronizzare Putin, anche se questo dovesse comportare il sacrificio dell’ultimo ucraino rimasto.

 

Le élite di Kiev lo sanno, e lo hanno accettato, addirittura vantandosi del fatto che il prezzo che paga l’Ucraina per le armi NATO è il suo sangue della sua stessa popolazione.

 

Si tratta, senza dubbio, dell’esempio più infame del male insisto nelle élite dello Stato moderno.

 

 

 

 

 

Immagine di President of Russia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International (CC BY 4.0), immagine tagliata.

 

 

 

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