Geopolitica

Putin ratifica il partenariato strategico tra Russia e Iran

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Il presidente russo Vladimir Putin ha ratificato l’approvazione parlamentare di un trattato cruciale con Teheran, firmato originariamente a gennaio con la sua controparte iraniana Masoud Pezeshkian.

 

L’accordo di partenariato strategico globale, implementato da Putin lunedì, formalizza l’impegno a costruire relazioni più solide in molteplici ambiti, dalla sicurezza nazionale all’energia nucleare pacifica, fino alla resistenza congiunta contro le sanzioni unilaterali.

 

La scorsa settimana il ministro degli Esteri Sergej Lavrov aveva sottolineato che il trattato è stato finalizzato «nonostante il difficile panorama regionale e globale e i tentativi di esercitare pressioni sui nostri Paesi» da parte di terze parti.

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Nelle ultime settimane, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha minacciato un’azione militare contro l’Iran se non accetterà di limitare le sue attività nucleari in modo sufficiente a garantire che non possa utilizzarle per sviluppare armamenti, un’aspirazione che la Repubblica islamica ha negato con veemenza.

 

Il JCPOA, un accordo del 2015 tra l’Iran e le principali potenze mondiali, mirava a impedire tale militarizzazione. Tuttavia, è stato indebolito quando Trump ha ritirato gli Stati Uniti dal patto durante il suo primo mandato, allineandosi al premier israeliano Benjamin Netanyahu nel condannare l’accordo come «il peggiore di sempre». Recentemente, Washington e Teheran hanno avviato negoziati indiretti in Italia e Oman.

 

Funzionari americani insistono sul fatto che qualsiasi nuovo accordo debba richiedere all’Iran di smantellare le sue scorte di uranio arricchito o di trasferirle a un’altra nazione, con la Russia come potenziale candidato, secondo fonti citate dal Guardian. Nel frattempo, l’Iran chiede garanzie sul fatto che gli Stati Uniti andrebbero incontro a conseguenze sostanziali qualora si ritirasse dal nuovo accordo, in modo simile alla sua uscita dal JCPOA nel 2018.

 

Mosca ha svolto un ruolo significativo nel sostenere il programma nucleare civile iraniano, in particolare attraverso la costruzione della centrale di Bushehr. Questo progetto, che inizialmente coinvolse sviluppatori tedeschi prima della Rivoluzione islamica del 1979, fu ripreso negli anni ’90 quando l’agenzia atomica statale russa, Rosatom, ne assunse la gestione.

 

Il primo reattore di Bushehr è entrato in funzione nel 2011 e, all’inizio di quest’anno, Teheran ha riferito che i progressi sulle Unità 2 e 3 si attestavano al 17%.

 

Come riportato da Renovatio 21, negli ultimi giorni è emerso che Israele starebbe valutando un «attacco limitato» contro gli impianti nucleari iraniani da effettuarsi nei prossimi mesi, nonostante il rifiuto di Washington di sostenere un’azione militare.

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Immagine di President of Russia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International (CC BY 4.0), immagine ingrandita.

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