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Pubblicità del Super Bowl: Facebook immagina i suoi utenti come cani robot gettati in discarica

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La società di Facebook, Meta, ha mandato in onda una bizzarra pubblicità del Super Bowl del suo visore per realtà virtuale Quest 2, in cui ha associato i suoi clienti a un pupazzo a forma canina che veniva inserito in un tritarifiuti, per poi essere salvato da un utente di Quest 2.

 

L’annuncio ha presumibilmente lo scopo di entusiasmare le persone per il Metaverso che è il nuovo orizzonte dell’azienda, un parco giochi di cartoni animati muto che consente alle persone – adulti, certo, ma principalmente bambini – di «vivere» in un mondo di realtà virtuale.

 

Il metaverso infatti è uno spazio cibernetico che è al contempo denso e navigabile per ogni questione umana. Il metaverso è la digitalizzazione delle attività, delle transizioni, della vita della popolazione.

 

Non è chiaro come esattamente un cane animatronic destinato alla discarica si adatti a quella visione.

 

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Più probabilmente, la pubblicità dell’azienda ha lo scopo di innescare una risposta emotiva semplicistica – sarebbe non sia la prima pubblicità del Super Bowl a provare a fare proprio questo – chiedendo al suo pubblico di fare il tifo per il robot peloso, non di identificarsi con esso. 

Ma è anche rappresentativo del problema molto più ampio di Meta di costruire un caso abbastanza convincente da convincere le persone abbiano effettivamente bisogno del metaverso per trascorrere del tempo con la famiglia e i propri cari.

 

Mentre Meta può paragonare i suoi clienti a una palla di pelo canina con le gambe per poi gettarla nella spazzatura, le persone nel mondo reale hanno bisogni e necessità diametralmente opposte a questa roba qua.

 

Nonostante tutto la realtà fisica esiste ancora.

 

Allora, per chi è davvero questa pubblicità «sbagliata» del Super Bowl? È pensata per essere una distrazione dalla monotonia indotta dal panorama mediatico attuale? È pensata per provocare? Oppure rivela qualche pensiero profondo?

 

Ricordiamo inoltre che pochi mesi fa lo Zuckerberg ha promosso e distribuito, in collaborazione con Ray-Ban, degli occhiali con Facebook incorporato per essere ancora di più un tutt’uno con la nostra pagina social; un chiaro tentativo di introduzione al metaverso.

 

L’azienda dietro la più grande rete di social media del mondo probabilmente pensa che le «alienanti misure restrittive anti pandemia» abbiano ridotto l’uomo a cercare realtà 2.0 per poter vivere felice?

 

Senza contare che questa nuova frontiera di internet – il metaverso –può nascondere doppi fini estremamente inquietanti, come la possibilità di molestia senza controllo, tanto che Renovatio 21 ne ha già parlato dettagliatamente pochi mesi fa mettendo in evidenza tutti i dubbi e gli allarmi degli esperti in lotta alla pedofilia online.

 

 

 

 

Immagine screenshot da YouTube

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