Cina
Proteste massive nella megalopoli cinese di Chongqing
Grandi gruppi di lavoratori hanno organizzato proteste il 7 gennaio presso un’azienda di produzione farmaceutica a Chongqing, una megalopoli da 40 milioni di abitanti nel sud-ovest della Cina. Lo riporta Epoch Times.
Le proteste sono scoppiate dopo che migliaia di lavoratori sono stati bruscamente licenziati da Zybio, un produttore di kit di test COVID-19.
I disordini sono iniziati quando Zybio ha improvvisamente licenziato quasi 8.000 dipendenti. Ai dipendenti è stato comunicato che potevano partire per il capodanno cinese, a cui mancano ancora due settimane, ponendo fine di fatto al loro rapporto di lavoro.
Jan 7, at #Chongqing city, #CCPChina, workers clashed with #CCP police whn they protested against their employer, ZY Bio(中元汇吉药厂) ‘s sudden announcement that some 10K employees would be laid off.#ChinaProtests #China #ChinaUprising pic.twitter.com/Ptt1t0qBbg
— Inconvenient Truths by Jennifer Zeng 曾錚真言 (@jenniferzeng97) January 7, 2023
Zybio è un produttore leader di reagenti e apparecchiature diagnostiche in vitro con sede nel distretto di Dadukou di Chongqing (pronunciate: cioncin’), secondo il sito web dell’azienda. Molti di coloro che sono stati licenziati erano stati reclutati da Zybio l’anno scorso per soddisfare un’urgente richiesta di test nell’ambito delle politiche cinesi zero-COVID.
我靠 重庆那边人这么猛? pic.twitter.com/kWbOZzutaP
— QINGEN XU 徐勤根 (@QingenXu) January 7, 2023
Des ouvriers de l'usine pharmaceutique de Chongqing se révoltent en Chine suite au licenciement soudain de milliers de travailleurs. Les machines et produits de l'usine ont été détruits par les ouvriers #Chine #China pic.twitter.com/op3DPqIZq4
— Anonyme Citoyen (@AnonymeCitoyen) January 7, 2023
Tale richiesta non si è concretizzata, poiché la Cina ha abbandonato bruscamente le misure triennali all’inizio di dicembre, ponendo fine ai massicci test PCR obbligatori.
L’interruzione dei test obbligatori ha colpito duramente il produttore farmaceutico.
Come riportato da Renovatio 21, la politica zero-COVID portata avanti con il pugno di ferro da Xi Jinping sembra essersi arrestata davanti alle proteste di massa messe in atto dalla popolazione cinese in varie città negli ultimi mesi. Nonostante Xi avesse mandato in strada i carrarmati, ha prevalso la carica di milioni di persone esauste dal confinamento coatto e dai soprusi sempre più intollerabili da parte dell’autorità.
Anche un’altra megalopoli dell’area, Chengdu (21 milioni di abitanti) era stata messa in lockdown 5 mesi fa, mettendo a rischio la quantità di industrie straniere (nel settore dell’auto, per esempio, lì producono Volkswagen e Toyota) che vi avevano delocalizzato.
A novembre da Chongqing era emerso uno strano video con un drone che sparava del gas tra i condomini.
JUST IN: This is in Chongqing city today. Chinese government drone spraying toxic chemicals to disinfect the air and shouting:
''To all residents, close your Windows now…'' ⚠️⚠️⚠️
I would not trust anything happening there right now.
🔊 pic.twitter.com/FWEWicCJcO— Wall Street Silver (@WallStreetSilv) November 28, 2022
Immagine screenshot da Twitter