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Proteste di masse in Gran Bretagna contro l’aumento del costo della vita

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Questa settimana più di 100.000 persone hanno manifestato in tutto il Regno Unito in raduni organizzati dalla campagna «Enough Is Enough» («Troppo è troppo»).

 

La veemente protesta si è sparsa in più di 50 città, tra cui Londra, Glasgow, Brighton, Manchester e Liverpool.

 

Le proteste hanno coinciso con gli scioperi dei lavoratori delle ferrovie e delle poste per la retribuzione e le condizioni di lavoro.

 

 

 

Allo stesso tempo, il Partito conservatore ha tenuto il suo congresso a Birmingham e il governo ha annunciato che ritirerà il suo piano di taglio delle tasse, che taglia le tasse per i ricchi.

 

Una manifestazione fuori dalla stazione di King’s Cross a Londra a sostegno dei lavoratori ferroviari in sciopero è stata capeggiata da Eddie Dempsey, assistente segretario generale della National Union of Rail, Maritime and Transport Workers, un sindacato nel Regno Unito:

 

«Viviamo in un paese in cui (…) le compagnie energetiche ci stanno togliendo miliardi e vengono dati loro 150 miliardi di sterline in più da questo governo. I Tory stanno offrendo tagli alle tasse per i ricchi, mentre i poveri dovrebbero stringere la cinghia».

 

«Stiamo dicendo che basta: non lo sopporteremo più! Questa è la sesta economia più ricca del pianeta, non deve essere così».

 


Come a Napoli e in altre città italiane, si è consumato anche qui il rito del falò delle bollette.

 


 

Enough Is Enough, appena fondata da sindacati e organizzazioni comunitarie, chiede aumenti salariali per i lavoratori, una riduzione delle bollette energetiche e una tassa sui ricchi.

 

In Gran Bretagna sta prendendo piede un rifiuto di massa di pagare le bollette, aumentate come in tutta Europa in modo sproporzionato. È stato calcolato che circa 11 milioni di britannici in questo momento sono indietro con il pagamento dell’energia.

 

Londra da mesi parla da mesi di razionamento dell’energia, e si prevedono blackout nel Paese quando tra pochi giorni le temperature si abbasseranno. Il governo è stato peraltro incapace di tenere aperta la centrale atomica di Hinkley Point B, che è di proprietà di EDF, azienda francese appena rinazionalizzata da Macron: bizzarramente, il gruppo energetico parigino non vuole prolungare la sua attività con la centrale nucleare britannica, nonostante le richieste del governo Johnson.

 

Come riportato da Renovatio 21, il Regno Unito sta regredendo a una condizione dickensiane, con fame, «povertà energetica» e un agghiacciante aumento della prostituzione.

 

Perfino l’ex premier Gordon Brown ha notato che il dissesto sociale è arrivato ad essere addirittura di tipo alimentare, anticipando quindi «un’inverno di spaventosa povertà».

 

Come riportato da Renovatio 21, simili manifestazioni di protesta contro il caro-vita unito a rivendicazioni si sono viste lo scorso mese anche a Vienna.

 

 

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