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Protesta dei camionisti della Nuova Zelanda. 120 arresti

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Ispirati dal convoglio di camionisti canadesi pro-libertà e anti-blocco che ha fermato Ottawa la scorsa settimana, i camionisti neozelandesi hanno formato il proprio convoglio per protestare contro le leggi pandemiche indette dal primo ministro Jacinda Ardern.

 

I partecipanti al convoglio hanno sventolato bandiere della Nuova Zelanda e mostrato cartelli tra cui «Restituiscici la nostra libertà» e «La coercizione non è consenso». Alcuni hanno alzato bandiere canadesi in solidarietà con l’originale convoglio per la libertà.

 

In maniera non di dissimile rispetto al collega canadese Justin Trudeau, il primo ministro neozelandese Jacinda Ardern ha rifiutato di incontrare i manifestanti, sostenendo che la maggior parte dei neozelandesi sostiene le sue misure che richiedono ai cittadini di mostrare i pass sanitari COVID-19 per entrare negli spazi pubblici, inclusi ristoranti e perfino luoghi religiosi.

 

 


Vi sarebbero già più di 120 arresti nella protesta nella protesta davanti al Parlamento di Wellington.

 

 


 

 

La Nuova Zelanda non è l’unico paese che segue l’esempio del Canada organizzando un convoglio di camionisti. Convogli simili sono stati lanciati in Australia, Stati Uniti ed Europa.

 

La Nuova Zelanda ha per mesi perseguito una politica di COVID zero, mettendo in lockdown il Paese per un singolo caso

 

La premier Ardern è nota per il sorriso dentato e per l’onestà con cui ha ammesso talvolta il regime di totalismo sanitario. Due mesi fa ha ammesso che «non ci sarà una fine al programma di vaccinazione».

 

Con ancora maggiore franchezza si era vantata del fatto che sì, i non vaccinati sarebbero diventati cittadini di serie B.

 

In una nota grottesca, la Ardern ha dichiarato in TV che l’allentamento delle regole pandemiche avrebbe consentito anche incontri amorosi multipli – quello che qualcuno ha letto come un via libero alle orge.

 

Più bizzarro ancora fu quando la Ardern chiese ai cittadini di «non parlare con i vicini».

 

La voglia di riderci su passa quando si rammenta che la Nuova Zelanda era intenzionata a costruire «strutture di quarantena» pandemiche – cioè lager COVID, come ha già fatto la vicina Australia.

 

Il totalitarismo sanitario non si ferma ai vaccini. Un tempo terra di libertà ed opportunità, la Nuova Zelanda proibirà il tabacco a tutti i nati dopo il 2008.

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