Epidemie

Professore svedese abbandona lo studio del virus a causa delle molestie ricevute

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Il professor Jonas Ludvigsson ha annunciato che avrebbe interrotto tutte le ulteriori ricerche sul COVID-19 dopo una campagna di abusi e molestie. Il professor Ludvigsson è autore di studi sulla bassa minaccia che il virus rappresenta per i bambini e gli insegnanti.

 

Ludvigsson è ricercatore e professore di epidemiologia clinica presso il noto Karolinska Institutet, l’università medica di Solna, appena fuori Stoccolma. La sua ricerca è coerente con studi che da tempo hanno riscontrato un basso rischio per studenti e insegnanti.

Il professor Ludvigsson è autore di studi sulla bassa minaccia che il virus rappresenta per i bambini e gli insegnanti

 

Questa ricerca era stata evidenziata durante l’amministrazione Trump in appelli per la ripresa delle lezioni, Ovviamente in gran parte ignorata dai media. L’argomento per la riapertura delle scuole, in particolare per i bambini piccoli, è stato descritto come politico e «non basato la scienza».  In America, vi erano spot che dicevano che una chiamata per tornare in classe equivaleva a un «omicidio».

 

Ludvigsson ha esaminato i bambini di età compresa tra 1 e 16 anni durante la prima ondata di COVID-19 e ha scoperto che solo 15 bambini sono andati in terapia intensiva, per un tasso di 0,77 su 100.000. Inoltre, nel gruppo di età 1-16 anni, c’è stato solo un leggero aumento dal periodo di quattro mesi prima della pandemia al periodo di quattro mesi successivo al periodo.

 

Tali studi contraddicono la narrativa dei media e la posizione dei sindacati degli insegnanti di alcuni Paesi dove le scuole rimangono tuttora chiuse. Di conseguenza, Ludvigsson è stato attaccato e perseguitato per impedire ulteriori ricerche.

 

La libertà di opinione, la libertà di espressione, la libertà di pensiero – perfino la libertà di attività scientifica: nell’anno della pandemia e della follia totalitaria che si è impossessata del mondo, sono ricordi oramai remotissimi.

La Svezia tuttavia sta reagendo. Vari leader e gruppi accademici stanno spingendo per una legislazione progettata per proteggere la libertà accademica. Citando  uno studio del governo svedese del 2018, si rileva che «21 università su 26 hanno affermato che esiste il rischio che i ricercatori siano esposti a molestie, minacce e violenza».

 

La libertà di opinione, la libertà di espressione, la libertà di pensiero – perfino la libertà di attività scientifica: nell’anno della pandemia e della follia totalitaria che si è impossessata del mondo, sono ricordi oramai remotissimi.

 

 

 

 

 

 

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