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Professore suggerisce di sostituire le elezioni USA con un sistema di lotteria

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Un professore di psicologia della Wharton School dell’Università della Pennsylvania, ha proposto una soluzione radicale per la democrazia statunitense: eliminare del tutto le elezioni e sorteggiare il leader. 

 

«Negli Stati Uniti utilizziamo già una versione di una lotteria per selezionare i giurati», ha scritto Adam Grant sul New York Times riferendosi alla composizione delle giurie popolari, stabilite per Costituzione nei processi USA. «E se facessimo lo stesso con sindaci, governatori, legislatori, giudici e persino presidenti?»

 

Il professor Grant sostiene la scelta dei leader in modo casuale da un gruppo di candidati, citando la ricerca di Alexander Haslam, un altro psicologo, che ha condotto esperimenti che mostrano che le decisioni migliori vengono prese quando il leader del gruppo viene scelto essenzialmente tramite lotteria rispetto a quando il viene selezionato tramite una lotteria. 

 

«”I leader selezionati sistematicamente possono minare gli obiettivi del gruppo”, suggeriscono il dottor Haslam e i suoi colleghi, perché hanno la tendenza ad “affermare la propria superiorità personale”. Quando vieni consacrato dal gruppo, ti viene subito alla testa: sono il prescelto», scrive Grant. Con la scelta randomatica della guida invece si eliminerebbe questa psicologia perversa.

 

L’elezione dei leader tramite lotteria, sottolinea, ha alcuni precedenti storici.

 

«Gli antichi greci inventarono la democrazia, e ad Atene molti funzionari governativi furono selezionati tramite sorteggio, una lotteria casuale da un gruppo di candidati», racconta il professor Grant, che sostiene di aver suggerito l’idea ai membri del Congresso americano. Il gruppo di candidati dell’Antica Atene doveva sostenere un test «della loro capacità di esercitare diritti e doveri pubblici», e forse l’America può fare la stessa cosa, in pratica un test di educazione civica.

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«Una lotteria migliorerebbe anche le nostre probabilità di evitare in primo luogo i peggiori candidati. Questo perché le persone più attratte dal potere sono solitamente le meno adatte a esercitarlo».

 

Anche altri Paesi contemporanei hanno sperimentato questa forma di democrazia. Lo psicologo fa riferimento ai casi in Europa e Canada in cui funzionari governativi hanno organizzato lotterie per selezionare cittadini che lavorassero su una serie di questioni, come il cambiamento climatico.

 

Il concetto, ovviamente, distruggerebbe sin dalle fondamenta la Costituzione Americana, che dopo la pandemia vale quello che vale – come ogni altra Costituzione.

 

Non è chiaro se il Grant abbia saputo che in Italia si è tenuto un esperimento elettorale radicale, davvero estremo, nel quale si veniva selezionati anche con poche decine di click su internet per poi essere candidati, come il vero uomo qualunque, alla Camera o al Senato. Come noto, non è andata benissimo, e la ridda di eletti improbabili e dimenticabili si è biodegradata in fretta, anche se alcuni residui di questo sconcertante episodio della storia politica italiana sono rimasti là attaccati, a mo’ di incrostazioni.

 

Di base il concetto di Grant e dei neoqualunquisti è meno innocuo di quello che può sembrare: si tratta della storia della «cuoca di Lenin»: «ogni cuoca dovrà imparare a dirigere lo Stato!», dichiarò, non senza una certa dose di spocchioseria classista, il despota bolscevico. L’intercambiabilità assoluta delle guide politiche significa, di fatto, il depotenziamento della politica stessa, a favore di una macchina burocratico statale divenuta onnipervadente ed inscalfibile: chiunque può guidare lo Stato, perché lo Stato funziona già da sé, con minimo intervento umano – e quindi minimo rischio che l’incompetenza generi disastri.

 

Di fatto, si tratta della situazione ideale per la tecnocrazia: il sistema politico che funziona a dispetto degli esseri umani, o meglio, abbiamo ora compreso, contro gli esseri umani.

 

L’Unione Sovietica era un abbozzo di tecnocrazia totalitaria che nemmeno lontanamente si avvicina alla tecnocrazia che è in via di caricamento ora in Occidente, gestita con strumenti biometrici onnipervadenti, una società del controllo totale che non abbisogna più di funzionari umani, ma può essere gestita da calcolatori ed algoritmi.

 

L’oligarcato che preme – da secoli – per l’instaurazione della tecnocrazia (il governo verticale della scienza e dei suoi custodi, come da ideali di Platone) è vicino alla meta, e ha tutto l’interessa a promuovere esperimenti che, sempre dietro la maschera di una democrazia sempre più grottesca, mostrino la superficialità del processo politico, la sua inutilità, il suo risolversi in spettacolini e stipendi. Quindi ben vengano le lotterie elettorali, i reality show invece delle campagne…

 

Chi vive in Italia sa che ciò è vero già da diverso tempo.

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