Pensiero

Primo Levi, «ogni tempo ha il suo fascismo»

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Ogni tempo ha il suo fascismo: se ne notano i segni premonitori dovunque la concentrazione di potere nega al cittadino la possibilità e la capacità di esprimere ed attuare la sua volontà.

 

A questo si arriva in molti modi, non necessariamente col terrore dell’intimidazione poliziesca, ma anche negando o distorcendo l’informazione, inquinando la giustizia, paralizzando la scuola, diffondendo in molti modi sottili la nostalgia per un mondo in cui regnava sovrano l’ordine, ed in cui la sicurezza dei pochi privilegiati riposava sul lavoro forzato e sul silenzio forzato dei molti.

 

 

Da  «Un passato che credevamo non dovesse tornare più», Corriere della sera, 8 maggio 1974.

 

Ora in Primo Levi, L’asimmetria e la vita, Einaudi, Torino 2002.

 

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