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«Prebunking»: Google pronta con i «vaccini» contro «disinformazione» e «teorie del complotto»

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Google starebbe intensificando il suo cosiddetto progetto di «prebunking» con il quale intende fermare la «disinformazione» prima che si diffonda in rete, preparando le persone a non credere a ciò che i big della tecnologia ritengono essere «propaganda». Lo riporta un articolo dell’Associated Press.

 

In pratica, si tratta di «vaccini» cognitivi per rendere gli utenti immuni dal contagio di talune idee.

 

L’articolo di AP sostiene che Google pubblicherà diversi brevi annunci video su tutte le principali piattaforme di social media che si concentreranno sulla «disinformazione» relativa a vaccini, COVID-19, immigrazione, cambiamenti climatici ed elezioni: in pratica, l’agenda setting del Nuovo Ordine Mondiale così come lo conosciamo da anni.

 

Il progetto del «prebunking» è stato ora implementato inizialmente in Germania dopo essere stato precedentemente testato nell’Europa orientale.

 

«Beth Goldberg, responsabile della ricerca e dello sviluppo di Jigsaw, una divisione di Google, ha affermato che «l’utilizzo degli annunci come veicolo per contrastare una tecnica di disinformazione è piuttosto nuovo. E siamo entusiasti dei risultati».

 

L’articolo scrive inoltre che «sebbene la credenza nelle falsità e nelle teorie del complotto non sia una novità, la velocità e la portata di Internet ha conferito loro un potere accresciuto. Se catalizzate da algoritmi, affermazioni fuorvianti possono scoraggiare le persone dal fare i vaccini, diffondere propaganda autoritaria, fomentare sfiducia nelle istituzioni democratiche e stimolare la violenza».

 

Nel pezzo AP inoltre ammette che i «fact checker» – attività in cui si è distinta l’agenzia – «non vengono letti da tutti e non convinceranno coloro che già diffidano del giornalismo tradizionale».

 

Si tratterà, quindi, di una inoculazione «mentale» di massa. Un programma psico-vaccinale globale, diretto, come quello della siringa mRNA, indiscriminatamente a tutti quanti.

 

La simiglianza tra campagna di prebunking e vaccini è apertamente rivendicata: parlando dei filmati usati per l’operazione, AP dice che «gli effetti dei video alla fine svaniscono, richiedendo l’uso di video periodici di “richiamo”». Insomma, anche contro il complottismo, come contro il COVID, servono i booster.

 

«Il prebunking potrebbe aiutare le comunità a raggiungere una sorta di immunità di gregge quando si tratta di disinformazione, limitandone la diffusione e l’impatto», aggiunge l’articolo con incontrovertibile gergo vaccinale.

 

Come riportato da Renovatio 21, il programma di prebunking di Google era già emerso sei mesi fa con un articolo  pubblicato la scorsa estate sulla rivista specializzata Science Advances firmato da un tandem privato-accademico formato dai ricercatori di Google e da quelli dell’Università di Cambridge, uniti per condurre esperimenti volti a «inoculare le persone contro le tecniche di manipolazione comunemente utilizzate nella disinformazione».

 

«YouTube ha oltre due miliardi di utenti attivi in ​​tutto il mondo. I nostri video potrebbero essere facilmente incorporati nello spazio pubblicitario su YouTube per anticipare la disinformazione», affermava il coautore dello studio, il prof. Sander van der Linden.

 

Siamo oltre Orwell e della fantascienza stile Philip K. Dick, e di molto: non si tratta nemmeno di anticipare, e magari punire, crimini che non sono ancora avvenuti, e magari crimini del pensiero. Si tratta di prevenire la loro stessa esistenza, nella vertigine metafisica di impedire lo stesso insorgere del pensiero nel foro interiore dell’essere umano.

 

Nessun totalitarismo, nemmeno nei romanzi distopici, era arrivato a questo punto.

 

 

 

 

 

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