Pensiero

Portuali di Trieste, la virilità che mancava

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Ormai tutti conoscono il caso dei portuali di Trieste, un esercito di uomini che pare poter avere la forza, la determinazione ed il coraggio per piegare le logiche discriminatorie del governo del green pass.

 

Fino ad ora, da un anno e mezzo a questa parte, non avevamo mai assistito ad una presa di posizione così forte, così retta da resistere a qualsiasi compromesso.

 

Sappiamo che il ministero dell’Interno con i portuali di Trieste ci ha «provato», con l’idea dei tamponi gratuiti. Il potere è probabilmente conscio non solo di quanto quel porto sia importante per l’Italia, ma anche per il fatto che questa fiamma, come il primo fuoco di Gondor, avrebbe potuto accendere a caduta altre fiamme.

 

E così, in effetti, è stato: il porto di Genova insieme ad altri porti ha aderito allo sciopero indetto dai portuali di Trieste, generando evidentemente non poche paure, nonostante il Governo continui a ribadire che si andrà dritti per la strada tracciata. 

 

Ora, però, anche Assologistica-Confindustria teme dei disagi, ben sapendo che il caso triestino sta prendendo piede e fungendo da esempio per molte altre realtà lavorative, rischiando di rendere indisponibile il 30/40% dei lavoratori nelle prossime ore. 

 

La purezza della resistenza dei portuali è ciò che spaventa davvero

La purezza della resistenza dei portuali è ciò che spaventa davvero, perché la loro posizione è categoricamente ferma, per ora, contro il green pass in tutti i suoi aspetti: come hanno annunciato loro stessi attraverso gli ultimi comunicati, non vi sarà alcun tampone gratuito che possa far loro cambiare idea.

 

Questo per il semplice fatto che i tamponi tengono in piedi questa farsa tanto quanto i vaccini. Perché, l’avversario è l’intero sistema che si sta installando, e lo strumento di cui si serve è proprio il green pass, l’infame tessera verde. 

 

I portuali di Trieste si sono presi, eroicamente, una responsabilità enorme. Il loro portavoce, Stefano Puzzer, è un uomo il cui valore non si vedeva da tempo in questo Paese. 

 

Pensate se tutte le categorie, persino quella dei vaccinati che si rendono conto, pur senza avere scusanti, di questa terribile ingiustizia sociale, facessero lo stesso. Avete idea di cosa succederebbe? Il sistema crollerebbe in un attimo, e la tensione delle aziende si scaricherebbe inevitabilmente contro il governo, reinstallando, pur per obiettivi differenti, l’asse fra lavoratori e datori di lavoro, messo diabolicamente in crisi da chi la crisi la vuole creare a livello sociale, umano, biologico, spirituale. 

 

I portuali di Trieste si sono presi, eroicamente, una responsabilità enorme

Se la virilità mostrata finora dai portuali di Trieste rimanesse tale, senza scendere ad alcun tipo di compromesso con il male, e se l’esempio continuasse nelle azioni da perseguire da domani in poi – il momento in cui potrebbe realmente iniziare una battaglia sociale votata ad un primigenio senso di giustizia –  allora tutto potrebbe improvvisamente essere messo in seria discussione. 

 

Che Dio dia a loro la forza per resistere. 

 

Che dia di contro a noi la saggezza e il coraggio di non fare gli spettatori, ma piuttosto ci fornisca gli gli strumenti e le virtù necessarie per combattere insieme a loro una battaglia che riguarda tutti e che non può essere ritardata di un solo minuto. 

 

Viva i portuali di Trieste, ai quali Renovatio 21 esprime tutta la propria gratitudine ed ogni tipo di incoraggiamento a rimanere in piedi in mezzo a alle rovine dell’ora presente. 

 

Cristiano Lugli 

 

 

 

Immagine screenshot da YouTube

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