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Pfizer conferma di aver concluso in anticipo il processo di gravidanza sul vaccino COVID-19

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Pfizer ha confermato di aver interrotto in anticipo la sua sperimentazione clinica che analizza la sicurezza e l’efficacia del vaccino COVID-19 nelle donne in gravidanza. Lo riporta la testata statunitense Epoch Times.

 

La società farmaceutica ha affermato che l’arruolamento nello studio si è interrotto nel quarto trimestre del 2021 dopo che esperti sanitari, incluso il comitato consultivo statunitense sulle pratiche di immunizzazione, hanno iniziato a raccomandare il vaccino Pfizer-BioNTech per le donne incinte.

 

Secondo una testimonianza raccolta dalla giornalista Maryanne Demasi, «Con il calo delle iscrizioni, lo studio aveva una dimensione del campione insufficiente per valutare l’obiettivo primario di immunogenicità e la continuazione di questo studio controllato con placebo non poteva più essere giustificata a causa delle raccomandazioni globali».

 

La Food and Drug Administration (FDA) statunitense e l’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) hanno entrambe accettato la proposta di interrompere lo studio, secondo Pfizer, scrive Epoch Times, che cita un’email interna, divulgata in un caso giudiziario, che indicherebbe come in precedenza che Pfizer aveva interrotto l’iscrizione in anticipo.

 

«L’arruolamento dello studio è stato interrotto con numeri incompleti perché il reclutamento era lento ed è diventato irragionevole/inappropriato randomizzare le donne incinte al placebo data la quantità di prove osservazionali che il vaccino è sicuro ed efficace, insieme al numero crescente di comitati tecnici a sostegno dell’immunizzazione delle donne incinte», avrebbe scritto il responsabile medico dei vaccini presso Pfizer Canada, nel messaggio elettronico del 2022 .

 

Lo studio randomizzato, controllato con placebo in questione è stato avviato all’inizio del 2021 dopo che le donne incinte sono state escluse dalla sperimentazione di fase tre che ha portato all’autorizzazione del vaccino negli Stati Uniti e in una serie di altri Paesi.

 

Pfizer e BioNTech avevano affermato di aspettarsi di arruolare circa 4.000 donne incinte, ma in realtà ne hanno arruolate solo 349, secondo documenti processuali. Alcuni dei partecipanti avrebbero ricevuto un vaccino mentre altri avrebbero ricevuto un placebo, secondo il protocollo originale. Le donne dovevano essere studiate da sette a dieci mesi.

 

Pfizer avrebbe detto alla Demasi che non ha ancora «un set di dati completo» dallo studio e non ha detto quando si aspetta di riceverlo. Pfizer avrebbe poi detto che assieme a BioNTech avrebbe in programma di completare un’analisi del processo «e cercare la pubblicazione o la presentazione come è nostra pratica standard».

 

«Questo è scioccante. Un altro esempio di uno studio clinico randomizzato controllato con placebo terminato in anticipo. Ci devono essere udienze», ha scritto il pioniere della vaccinazione mRNA Robert Malone su Twitter.

 

Al lancio della campagna di sierizzazione mRNA era chiaro che per la sicurezza delle donne in gravidanza e dei loro figli non vi era alcun dato disponibile.

 

Come riportato da Renovatio 21, all’inizio della campagna vaccinale a inizio 2021 vi era molta cautela riguardo alle vaccinazioni delle donne incinte. Tale cautela è andata via via misteriosamente sparendo.

 

Ad esempio, le linee guida inziali della Sanità britannica avvertivano del rischio di vaccinare donne gravide. Poi, i britannici cambiarono idea.

 

A fine 2021 fa la lo STIKO (Comitato permanente per le vaccinazioni dello Stato tedesco) sconsigliava il vaccino Moderna per le donne incinte.

 

Alcuni test del vaccino COVID Moderna su donne gravide erano partiti solo a metà 2021. Johnson&Johnson aveva iniziato ad eseguire esperimenti su donne incinte e neonati a inizio primavera 2021.

 

Alcuni casi annotati dal VAERS, il database pubblico delle reazioni avverse al vaccino negli USA, possono essere agghiaccianti. A dicembre 2021, una donna che si era sottoposta al vaccino al 3° trimestre di gravidanza ha partorito un bambino che è morto subito dopo aver sanguinato da naso e bocca. Ci sono stati casi aneddotici come quello dell’aborto spontaneo di una dottoressa vaccinata alla 14a settimana.

 

A fine gennaio 2021 l’OMS aveva detto alle donne incinte di non fare il vaccino Moderna.

 

Poi, d’un tratto, vi è stato un cambiamento. Le linee ufficiali USA cominciarono a sostenere che le donne in dolce attesa dovevano sottoporsi al vaccino COVID. La mutazione non si avvertì solo in America: come disse una dottoressa intervistata da Renovatio 21, «vaccinano tutti», immunodepressi e donne incinte inclusi – cioè due categorie che fino a non troppi anni fa erano categoricamente escluse da tutte le campagne di vaccinazioni

 

Come già scritto da Renovatio 21, in Italia, vi sono stati esempi di politiche – per esempio la ex-sindaco grillina di Torino Chiara Appendino – che hanno pubblicizzato la loro vaccinazione in gravidanza.

 

 

Diversi medici, come il dottor James Thorp, hanno lanciato l’allarme perché hanno visto enormi effetti collaterali per le donne in gravidanza a causa dei vaccini COVID, inclusi aumenti di aborti spontanei, malformazioni fetali e anomalie cardiache fetali, etc.

 

Oltre alla questione della gravidanza, pare esserci una situazione di pericolo riguardo la fertilità, sia femminile che maschile.

 

La cosa è particolarmente evidente – persino agli stessi dirigenti Pfizer – nel caso delle donne, dove le alterazioni del ciclo mestruale ad un numero vaccinate sono oramai un fatto scientifico assodato.

 

Qualcuno comincia – anche a livello istituzionale – a mettere in relazione con il vaccino il calo delle nascite di bambini vivi registrato nei Paesi oggetto della campagna vaccinale in questi mesi.

 

Ribadiamo quanto scritto da Renovatio 21 subito, oramai più di due anni fa: il vaccino COVID potrebbe essere la più grande minaccia mai affrontata dall’umanità.

 

Altro che malori improvvisi. Forse non abbiamo visto ancora nulla.

 

 

 

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