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PFAS negli assorbenti di 5 marche popolari, comprese due etichettate come «bio»

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Sostanze chimiche tossiche negli assorbenti del mercato statunitense. Lo riporta il sito Lo riporta il sito americano Environmental Health News.

 

Secondo un nuovo rapporto di Mamavation, un sito che si occupa di sicurezza materna,cinque famosi marchi di assorbenti interni, di cui due pubblicizzati come biologici, hanno livelli rilevabili di fluoro, un indicatore del gruppo di sostanze chimiche note come PFAS.

 

In collaborazione con EHN.org, il blog e la comunità di Environmental Health News hanno testato 23 prodotti assorbenti da un laboratorio certificato dall’Agenzia per la protezione ambientale degli Stati Uniti e hanno riscontrato livelli di fluoro che vanno da 19 parti per milione, o ppm, a 28 ppm in cinque dei marchi assai popolari di cui due realizzati con cotone biologico.

 

Uno dei marchi è noto in Italia, un altro è prodotto invece da una famosa catena di supermercati americani.

 

EHN.org ha finanziato in parte i test e Pete Myers, capo scienziato di Environmental Health Sciences, che pubblica Environmental Health News, ha esaminato i risultati.

 

Il rapporto arriva sulla scia di un’indagine di EHN.org sui PFAS in tutto, dall’abbigliamento sportivo al trucco.

 

Il fluoro è un forte indicatore di quelle che in America chiamano «forever chemicals» (cioè «sostanze chimiche perenni», chiamate così perché non si biodegradano), che sono state collegate a problemi molto gravi per la saluta, dal cancro ai difetti alla nascita.

 

Mamavation sottolinea che le sostanze per-e polifluoroalchiliche, o PFAS, sono solo uno dei possibili inquinanti nocivi negli assorbenti, poiché studi precedenti hanno trovato sostanze chimiche che alterano il sistema endocrino come gli ftalati e il bisfenolo-A, comunemente noto come BPA, nei tamponi.

 

«Sappiamo più che abbastanza sulla tossicità a basse dosi dei composti PFAS e di altri contaminanti citati per essere certi che le quantità rilevabili nei tamponi siano ingiustificabili», Terrence Collins, professore di Chimica Verde e Direttore dell’Institute for Green Sciences presso Carnegie Mellon Università, ha detto a Mamavation.

 

Mamavation in precedenza aveva trovato fluoro in prodotti di uso quotidiano come pantaloni e leggings e trucchi di marchi di bellezza pulita.

 

Un’indagine passata aveva esaminato sempre gli indicatori PFAS in biancheria intima da ciclo e aveva scoperto che 11 su 17 paia testate avevano livelli rilevabili di fluoro.

 

Sebbene gli impatti sulla salute dell’esposizione al PFAS attraverso il contatto con la pelle siano ancora alquanto poco chiari, Linda S. Birnbaum, scienziato emerito ed ex direttore dell’Istituto nazionale di scienze della salute ambientale e del programma nazionale di tossicologia, ha dichiarato a Mamavation che «sappiamo già che il PFAS ha la capacità di colpiscono quasi tutti gli organi del corpo. La vagina è un’area incredibilmente vascolare e l’esposizione dermica è spesso più alta lì che in altre parti del corpo».

 

Il test fa parte di uno sforzo in corso da parte di Mamavation ed EHN.org per identificare i PFAS nei comuni prodotti di consumo.

 

Come riportato da Renovatio 21, recenti studi danesi hanno mostrato che nel caso degli individui maschi l’esposizione ai PFAS durante il primo trimestre potrebbe ridurre il numero di spermatozoi dei figli.

 

I PFAS – o sostanze perfluoroalchiliche, molecole usate tra le altre cose per rendere scivolose le superfici di piumini e padelle antiaderenti – avevano sollevato molto preoccupazioni anche in Italia, che, dopo un incidente industriale dei primi anni 2000, avrebbero contaminato le acque sotterranee di zone del Vicentino.

 

Si tratta del più grave inquinamento delle acque della storia italiana: tre province, 350 mila persone coinvolte, 90 mila cittadini a cui fare check up clinici.

 

Sul disastro vi è un processo.

 

 

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