Geopolitica

Perfino il generale Milley è scettico su una vittoria Ucraina e parla di negoziati

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Il 16 novembre, il presidente del Joint Chiefs of Staff (il consesso dei capi di Stato Maggiore congiunti degli Stati Uniti), il generale Mark Milley, ha nuovamente espresso un pessimismo realistico sulla possibilità che le forze armate ucraine del regime di Kiev possano espellere militarmente le forze russe dai territori che l’Occidente considera «occupati», compresa la Crimea, anche durante l’ultima ondata di isteria anti-russa seguita all’incidente missilistico del 15 novembre in Polonia.

 

Il generale Milley ha osservato che mentre Mosca ha subito alcune battute d’arresto, «vi è ancora un significativo potere di combattimento russo all’interno dell’Ucraina», ha detto in una conferenza stampa con il segretario alla Difesa Lloyd Austin il 16 novembre.

 

«Il compito militare di espellere militarmente i russi dall’Ucraina è un compito molto difficile», ha dichiarato il Milley. «E non accadrà nelle prossime due settimane a meno che l’esercito russo non crolli completamente, il che è improbabile».

 

«Quindi, in termini di probabilità, la probabilità di una vittoria militare ucraina definita come l’espulsione dei russi da tutta l’Ucraina» inclusa la «Crimea, la probabilità che ciò accada presto non è alta, militarmente. Politicamente, potrebbe esserci una soluzione politica in cui, politicamente, i russi si ritirano, è possibile. Bisogna negoziare da una posizione di forza. La Russia in questo momento è di schiena», ha affermato il generale americano.

 

Il Milley – grande lettore di filosofia woke ed esperto del concetto di white rage (l’idea che i bianchi sono ingiustamente arrabbiati e aggressivi perché stanno per essere soppiantati) – a inizio anno aveva dichiarato che la guerra Russia Ucraina potrebbe durare anni. Parimenti, l’anno passato aveva detto che Pechino non avrebbe ora le capacità e nemmeno l’intenzione di invadere Taiwan.

 

Come riportato da Renovatio 21, il Milley ha buoni rapporti con gli omologhi nell’Esercito di Liberazione del Popolo della Repubblica Popolare Cinese, che aveva contattato per dire, nelle drammatiche ore del cambio alla presidenza, che non avrebbe obbedito ad un ordine di attacco contro la Cina qualora Trump lo avesse formulato in quelle ore. Il decano del giornalismo Fu scritto anche il Milley aveva confabulato in quel momento con la speaker della Camera Nancy Pelosi. Praticamente un golpe implicito, pure con venature militari, di cui ovviamente non ha importato a nessuno, perché si trattava pur sempre di mandar via il biondo puzzone dalla Casa Bianca.

 

Dopo aver ripetuto ad nauseam, che «l’esercito russo sta soffrendo tremendamente», «l’esercito russo è ferito malamente», il Milley si è lasciato andare a previsioni interessanti: «la probabilità che la Russia raggiunga i suoi obiettivi strategici di conquistare l’Ucraina, di invadere l’Ucraina, la probabilità che ciò accada è prossima allo zero. Posso supporre che teoricamente sia possibile, forse, immagino, ma non lo vedo accadere, militarmente. Quindi non vedo che accada».

 

Detto dall’uomo che ha gestito la ritirata dall’Afghanistan, la cosa fa un certo effetto. Si tratta del generale definito come «stupido» da Donald Trump. O peggio.

 

In un evento a Mar-a-Lago in Florida, l’ex presidente Trump ha affermato che Milley gli aveva detto che lasciare gli aerei in Afghanistan era più economico che spostarli in un altro Paese. «Fu allora che mi resi conto che era un fottuto idiota», ha detto Trump, suscitando un’ondata di risate dalla folla.

 

 

 

 

Immagine di U.S. Secretary of Defense via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic (CC BY 2.0)

 

 

 

 

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